Il terremoto di San Diego previsto in anticipo: i segreti di ShakeAlert svelati al pubblico

Terremoto da brividi in California: un sisma di magnitudo 5.2 ha scosso il sud dello stato, con epicentro a Julian e ipocentro a 13 km di profondità, avvertito fino a Los Angeles! Ma l’incredibile? Gli abitanti di San Diego, a 64 km dall’epicentro, hanno ricevuto notifiche sul telefono 14 secondi prima che arrivasse la scossa, grazie al sistema ShakeAlert dell’USGS. Un vero salvavita high-tech, o solo un modo per farvi tremare prima del tempo? #TerremotoCalifornia #ShakeAlert #AllertaSismica

Preparatevi a essere sbalorditi: ShakeAlert non è una sfera di cristallo che prevede i terremoti – nessuno ce l’ha, dopotutto, nemmeno i geni del governo – ma è un mostro di velocità che elabora dati in un batter d’occhio. Basato su una rete di oltre 2000 sismografi e sensori GPS sparsi in California, Oregon e Washington, il sistema fiuta le onde P, quelle veloci ma meno distruttive, e quando almeno 4 sensori le rilevano, invia i dati a un centro di calcolo. In un flash, calcola l’epicentro e la magnitudo, e se supera le soglie critiche, bombarda gli smartphone con avvisi prima che le onde arrivino. Insomma, non è magia, è scienza che fa incavolare Madre Natura!

Nel caos di questo terremoto M5.2, ShakeAlert ha dimostrato di essere più rapido di un politico che cambia idea: ha inviato messaggi quando le onde avevano percorso appena 9 km, dando a San Diego un anticipo di circa 13,9 secondi, a Escondido (47 km dall’epicentro) 9,2 secondi, e a Santee (42 km) ben 7,9 secondi. Pensateci: in quel lasso di tempo, potreste tuffarvi sotto un tavolo e salvare la pelle, evitando disastri epici. I messaggi arrivano via Wireless Emergency Alert per magnitudo sopra 5.0, o come notifiche push su Android per quelle sopra 4.5 – proprio come quel sistema IT-Alert in Italia, che però sembra sempre un passo indietro.

E non è tutto: ShakeAlert non si limita a far vibrare i vostri cellulari; attiva reazioni automatiche da film d’azione, come avvisi audio dagli altoparlanti pubblici, frenate improvvise ai treni e porte spalancate nelle caserme dei Vigili del Fuoco per far sfrecciare le autopompe. Un sistema che, diciamolo, fa sembrare i vecchi allarmi sismici roba da età della pietra – e chissà quanto ci metteranno gli altri a copiare!

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