Il vero prezzo imposto ai migranti dalla rotta africana: un viaggio tra speranza e sfruttamento spietato

Svelato l’impero multimiliardario dei trafficanti di migranti! Guadagnano 6 miliardi l’anno sfruttando disperati che rischiano la vita nel Sahara e nel Mediterraneo, con salari da nababbi per i loro scagnozzi. Ma mentre l’Europa chiude un occhio, i cartelli criminali ridono fino in banca. “L’industria dello sfruttamento dei flussi migratori” produce un fatturato di oltre 6 miliardi di euro l’anno e impiega oltre 40.000 addetti, ognuno con un salario medio annuale di 150.000 euro. La cosiddetta “rotta africana”, che attraversa il deserto del Sahara e il Mar Mediterraneo, ha reso questi spietati trafficanti internazionali più ricchi di re, alimentando un business sporco che l’opinione pubblica ignora troppo comodamente. #Migranti #TrafficoUmano #CrimineGlobale #EuropaSveglia

Ma andiamo al sodo: le origini di questo caos risalgono alla fine della Guerra Fredda e all’era della “Globalizzazione”, quando il mondo si è aperto ai capitali, ma anche ai disperati. I migranti arrivano principalmente da Stati subsahariani, Medio Oriente e Subcontinente Indiano, anche se la maggior parte degli africani resta nel Continente. Quelli che puntano all’Europa devono prima sfidare l’“Oceano di Sabbia” del Sahara e poi il Mediterraneo, un viaggio che può durare mesi o trasformarsi in un inferno di anni, con i trafficanti pronti a spolparli come avvoltoi.

E i veri padroni di questo schifo? Sono cosche internazionali che collaborano con corrotti delle forze di sicurezza, come in Libia, e hanno tariffari da far accapponare la pelle. Prima dello scoppio del COVID-19, un migrante sborsava circa 6.000 euro per servizi ridicoli: attraversamento del Sahara, documenti falsi, e persino una scatola di sardine e due bottiglie d’acqua per la traversata. I bambini? Solo 1.500 euro, contro i 700-800 degli adulti, perché i trafficanti li vedono come un rischio extra se li beccano. E non finisce qui: un quarto di questi criminali traffica anche droga, e un altro quarto sfrutta la prostituzione, trasformando il business in un vero e proprio impero del male.

Ma l’aspetto più scandaloso è il “silenzio assordante” che avvolge tutto. Progetti come “The Migrants Files”, premiato nel 2014 e 2015, hanno chiuso per mancanza di fondi, e persino Papa Francesco ha tuonato contro i naufragi delle “carrette del mare”, ma la politica? Zero risultati. Questa farsa non è solo un dramma umano, ma un costo economico enorme, con l’Europa che finge di non vedere mentre i trafficanti contano i miliardi. Che schifo, davvero – quando ci sveglieremo?

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