L’acido benzensolfonico irrompe sulla scena della chimica industriale come un vero campione, un composto aromatico della classe degli acidi solfonici che sfoggia il gruppo funzionale –SO₃H legato a un anello benzenico.
Questa molecola, con la sua straordinaria reattività e versatilità, segna un punto decisivo come intermedio essenziale nella sintesi di una vasta gamma di sostanze, dalle applicazioni industriali a quelle organiche, conquistando il campo con la sua capacità di plasmare composti aromatici, inclusi microinquinanti e molecole vitali come coloranti, insetticidi e farmaci. La sua formula molecolare, C₆H₆O₃S, rappresentata come C₆H₅SO₃H, lo posiziona al vertice della competizione chimica.
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Proprietà in primo piano
È un composto organico dello zolfo che forma cristalli bianchi deliquescenti. L’acido benzensolfonico cristallizza da soluzione acquosa come idrato con 1.5 molecole d’acqua per molecola di acido benzensolfonico che fonde a un intervallo di temperatura compreso tra 43 e 44 °C. Esiste anche una forma monoidrata che ha una temperatura di fusione di 45-46 °C.
La rimozione dell’acqua produce acido benzensolfonico anidro che ha un punto di fusione più elevato tra i 65 e i 66 °C e può essere distillata senza decomposizione a 171-172 °C a bassa pressione. Si decompone quando viene riscaldato in acqua a circa 200°C dando luogo a una reazione di desolfonazione con formazione di benzene e acido solforico:
C6H5SO3H + H2O → C6H6 + H2SO4
Può essere degradato mediante da un radicale idrossilico generato tramite metodo sonochimico. È solubile in acqua ed etanolo, leggermente solubile in benzene e, a causa della presenza del gruppo solfonico altamente polare è poco solubile in solventi apolari come l’etere etilico e il solfuro di carbonio.
Acidità al massimo livello
La presenza del gruppo solfonico rende l’acido benzensolfonico più acido degli acidi carbossilici, permettendo di formare sali benzensolfonati. Infatti mentre l’acido benzensolfonico ha un valore di pKa di – 2.8, l’acido acetico, esempio tipico di acido carbossilico ha un valore di pKa di 4.8 e ciò implica che l’acido benzensolfonico è oltre un milione di volte più acido dell’acido acetico.
Questa proprietà si spiega analizzando la struttura della base coniugata e l’effetto del gruppo funzionale –SO₃H. Dopo la dissociazione del protone, l’acido benzensolfonico forma l’anione benzensolfonato (C₆H₅SO₃⁻). In questo anione, la carica negativa è delocalizzata sui tre atomi di ossigeno del gruppo solfonico grazie a più strutture di risonanza stabili. Questo esteso sistema di delocalizzazione stabilizza notevolmente l’anione, rendendo la dissociazione del protone termodinamicamente favorevole.
Al contrario, negli acidi carbossilici, la carica negativa nella base coniugata è delocalizzata solo su due atomi di ossigeno, il che implica una minor stabilizzazione complessiva. Inoltre il gruppo solfonico è un forte gruppo elettronattrattore che stabilizza ulteriormente la carica negativa dell’anione benzensolfonato.