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Pablo Escobar svela il suo impero di droga e porta alla rovina il cartello di Medellin attraverso la sua ascesa incontrollata.

Il Re della Cocaina che Terrorizzava e Affascinava: La Leggenda di Pablo Escobar Vive Ancora!

Siete pronti a tuffarvi nella del più spietato e ricco criminale che il mondo abbia mai visto? Pablo Escobar, il boss del cartello di Medellin, non era solo un narcotrafficante: era un fenomeno che ha inondato di polvere bianca gli USA e terrorizzato la con il suo motto inconfondibile. "Plata o plomo" – soldi o – era la sua regola d’oro, e guai a chi osava sfidarla!

PabloEscobar #Narcos #CocainaKing #ColombiaCrime – Il leggendario Pablo Escobar, nato nel ’49 e morto in una sparatoria nel ’93, ha trasformato la Colombia in un impero della droga. Da ladro di strada a miliardario spietato, ha ordinato stragi e corrotto tutti, diventando un Robin Hood per i poveri mentre seminava morte. "Plata o plomo" era la sua firma letale! Ma la sua fine è stata epica: braccato e abbattuto. La sua eredità? ippopotami selvaggi e milioni sepolti. #TrueCrime #EmpireFalls

Pablo Emilio Escobar Gaviria, uno dei narcotrafficanti più famosi e spietati della storia, nacque a Rionegro, in Colombia, il ° dicembre 1949, e morì a Medellin il 2 dicembre 1993. Fin da giovane, si buttò nella criminalità, abbandonando la scuola nel 1966 per dedicarsi a furti e sequestri, e nel 1974 finì brevemente in gattabuia. Uscito, sfruttò le amicizie strette in prigione per entrare nel boom della cocaina, mentre la Colombia diventava il centro mondiale del business: i trafficanti compravano la materia prima dagli Andes, la trasformavano e la spedivano negli USA, dove la domanda era alle stelle. Escobar entrò nel giro al momento perfetto, e non si guardò indietro.

La sua ascesa fu fulminante e brutale. Arrestato nel 1976, se la cavò corrompendo i giudici con il suo metodo preferito: "plata o plomo", ovvero soldi o una pallottola in fronte per chiunque, dai politici ai poliziotti, osasse intralciarlo. Nello stesso anno, sposò la quindicenne Maria Victoria Henao, che gli diede due figli, e fondò il cartello di Medellin, dominando il colombiano e sfidando i rivali di Calì. Per inondare gli USA di cocaina, il cartello comprò un’isola alle Bahamas con pista d’atterraggio, usando aerei e sottomarini per le consegne. La sua ricchezza era da capogiro: nel 1978 inaugurò la tenuta Nápoles, con zoo privato, laghi artificiali e una squadra di calcio da finanziare, come l’Atletico Nacional che vinse la Coppa Libertadores nel 1989. Non contento, Escobar si lanciò in politica e nel 1982 divenne deputato, ma una foto del suo arresto del 1976 lo smascherò, costringendolo alle dimissioni. La vendetta? Fece fuori il ministro della giustizia Rodrigo Lara Bonilla e altri che lo accusavano.

L’apogeo della sua carriera criminale fu un bagno di sangue. Deluso dalla politica, Escobar finanziò nel 1985 l’assalto al palazzo di giustizia di Bogotà da parte del gruppo M19, scatenando una battaglia che lasciò circa cento morti. Il cartello di Medellin non si fermava: attentati, omicidi e una guerra contro il cartello di Calì macchiarono la Colombia di rosso. Il suo obiettivo era far saltare il trattato di estradizione negli USA, che riuscì a bloccare brevemente nel 1986, ma fu ripristinato. Non esitò a eliminare giornalisti, magistrati e persino il candidato presidenziale Luis Galán nel 1989, dopo che questi rifiutò i suoi soldi. E che dire della bomba sul volo Avianca 203? Ordinata per uccidere César Gaviria, finì per ammazzare 107 innocenti quando Gaviria non salì a bordo. Fine anni ’80: sangue ovunque.

Negli anni ’90, la stella di Escobar iniziò a spegnersi con l’elezione di Gaviria come presidente, che dichiarò guerra ai cartelli. Ma Escobar, sempre furbo, negoziò la sua resa: smise le attività in cambio di cinque anni in una prigione di lusso, La Catedral, che si era costruito da solo, e l’abolizione del trattato di estradizione. Si consegnò nel 1991, ma la sua "detenzione" era una farsa – continuava a comandare e a evadere quando voleva. Nel 1992, il governo decise di trasferirlo in un carcere vero, ma lui, con le sue spie, evase il 22 luglio. Iniziò una caccia all’uomo epica, con la polizia e i paramilitari di Los Pepes (i perseguitati da Escobar, finanziati dai rivali) sulle sue tracce. La fine arrivò il 2 dicembre 1993: braccato in un appartamento a Medellin grazie a tecnologia USA, provò a fuggire con il suo guardaspalle, ma fu ucciso da un agente (o forse si suicidò – chi lo sa?).

Dopo la sua dipartita, il cartello di Medellin crollò, e il controllo passò ai rivali di Calì. La moglie Maria Victoria Henao e i figli, tra cui Manuela, scapparono in Argentina. L’eredità di Escobar? Oltre alle stragi e ai miliardi, lasciò ippopotami che ora vagano liberi in Colombia – circa 160, l’unica popolazione selvaggia fuori dall’Africa. E i suoi nascondigli di soldi? Nel 2015, un contadino ne scoprì uno con 600 milioni di dollari, e si stima ce ne siano un centinaio in giro. La leggenda continua.

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