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Fast Tech bersagliata da campagna internazionale contro i suoi eccessi ambientali

Back Market distrugge la “fast tech” con una campagna da urlo per la Giornata della Terra! Immagini di foreste bruciate e ghiacciai sciolti smascherano l’impatto ambientale del nostro consumismo tech ossessivo – siamo complici in questo disastro ecologico?

Preparatevi, gente: Back Market, il re dei gadget ricondizionati, ha lanciato una campagna pubblicitaria globale che non le manda a dire, sfidando i colossi tech e la loro ossessione per il "nuovo a ogni costo". In squadra con l’agenzia Marcel, stanno ribaltando la malsana cultura della “fast tech”, un termine ispirato alla fast fashion che denuncia come i nostri dispositivi finiscano dritti nella spazzatura, lasciando un’impronta ecologica mostruosa. Parliamo di dati che fanno male: il 78% dell’impatto ambientale del digitale è tutto nella – un ciclo che svuota portafogli e distrugge il pianeta.

Per far passare il messaggio, Back Market ha distorto i soliti trucchi visivi delle grandi aziende, trasformando la celebre campagna “Shot on iPhone” in qualcosa di inquietante e reale: paesaggi devastati prima e dopo l’era del tech usa e getta. Il concept è brutale ma geniale – mostrare come ogni aggiornamento tech lasci dietro di sé un mucchio di rovine.

La sfida è far riflettere su ciò che lasciamo dietro ogni aggiornamento

La campagna, battezzata “Mettons fin à la fast tech” (e sì, è un bel pugno nello stomaco), sta invadendo le strade di Parigi, Londra, New York e altre metropoli europee, costringendo passanti e consumatori a una sveglia globale. Non è un attacco a un brand specifico, ma a un sistema marcio dove siamo tutti ignari complici. Come ha dichiarato Nina Quellier, responsabile del settore attivismo di Back Market, “la è far riflettere su ciò che lasciamo dietro ogni aggiornamento” – parole che pesano come un macigno.

Oltre alle immagini shock, l’iniziativa include un manifesto tagliente, una piattaforma educativa e una valanga di contenuti social per spingere alternative concrete: riparare i tuoi aggeggi, rivenderli, optare per roba ricondizionata e lottare per il diritto alla riparazione – un’idea che Back Market vuole far diventare legge, sia in Francia che altrove. In un mondo dove l’innovazione corre più veloce del buonsenso, questa campagna ci obbliga a fermarci: la “fast tech” non è inevitabile, è una scelta stupida che possiamo smontare, usando proprio le armi della pubblicità per svegliarci dal torpore consumistico.

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