AI contro le navi assassine: WhaleCast salva le balene franche dall’estinzione imminente! Immaginate un oceano dove i giganti marini non finiscono spiaccicati dalle eliche delle navi – grazie a WhaleCast, il sistema rivoluzionario di Fathom Science e SAS che usa AI e machine learning per prevedere dove si nascondono le balene franche. Basta con le collisioni letali che decimano queste povere creature! #SalvaLeBalene #AIControEstinzione #OceaniInPericolo
Navigare nell’Atlantico evitando scontri con questi giganti in via di estinzione non è più un sogno da hippie, ma realtà grazie a WhaleCast: un mix esplosivo di tecnologia, dati e intelligenza artificiale che protegge le balene franche del Nord Atlantico, una specie così minacciata che fa quasi ridere – o piangere – per quanto siamo bravi a rovinare tutto. Ideato da Taylor Shropshire di Fathom Science, spin-off dell’Università statale della Carolina del Nord, e supportato da SAS, i re dell’analisi dati, questo sistema è come un super-radar che urla: "Attenzione, balena in arrivo!"
WhaleCast non è solo una mappa, è una bomba di calore interattiva che mostra le probabilità di avvistamento delle balene lungo la costa orientale, da Georgia a Maine, basandosi su dati oceanografici e avvistamenti storici. Le navi possono così cambiare rotta o rallentare in tempo reale, evitando quei crash epici che fanno schizzare le statistiche di morti animali. E addio alle patetiche "aree di gestione stagionale" imposte dai governi, che sono generiche come una dieta da star di Hollywood – WhaleCast offre previsioni dinamiche, tipo un bollettino meteo per balene, dritto sui touchscreen delle imbarcazioni.
Dietro le quinte, l’AI fa magie grazie al programma Data for Good di SAS, dove Lincoln Groves ha creato modelli di machine learning super-precisi. Partendo da 40.000 punti dati di Fathom, ha generato 500.000 dati sintetici per addestrare gli algoritmi, e con SAS Viya Workbench ha incluso variabili come la distanza delle balene dalla costa. Risultato? Previsioni affidabili che si adattano alla follia del clima oceanico, senza bisogno di burocrazia infinita.
Le balene franche del Nord Atlantico (Eubalaena glacialis) sono i perdenti assoluti: lente, longeve e con una riproduzione da record negativo – una femmina partorisce ogni 3-4 anni. Un tempo prede facili per i balenieri, oggi rischiano tutto per colpa nostra: collisioni con navi, inquinamento acustico e reti da pesca. Secondo NOAA Fisheries, ne restano solo 370, un numero che fa vergognarsi l’umanità intera.
Ma WhaleCast è l’eroe che non sapevamo di avere: si integra facilmente con le tecnologie esistenti sulle navi, senza spendere un sacco in sensori inutili. Come ha spiegato Shropshire, “Molti marittimi si sono sentiti limitati da regole imposte dall’alto”, quindi questo sistema li rende eroi della conservazione, dandogli il potere di decidere sul campo. E chissà, magari diventerà un modello globale per salvare altre specie marine – perché con l’AI, finalmente vediamo dove sono le balene e possiamo agire prima che sia troppo tardi.