BlackoutSpagna: Luce spenta in un batter d’occhio, colpa del "collasso" verde? La Spagna e i vicini al buio totale, con aerei a terra, treni fermi e Internet ko – tutto per un crac improvviso del fotovoltaico! Che figuraccia per le energie "pulite" che ci promettono il paradiso ma ci lasciano al buio. #EnergiaRinnovabile #FallimentoVerde #CaosEuropa
Il mega blackout che ha travolto la Spagna, il Portogallo e il sud della Francia ha mandato in tilt tutto: trasporti, web e cellulari fuori uso per ore, lasciando al buio vaste zone della Penisola Iberica e oltre i Pirenei. Sembra che il colpevole sia un crollo lampo della produzione da fotovoltaico, e il governo spagnolo ha già lanciato una commissione d’inchiesta per smascherare i responsabili. Ma perché questo “collasso” della rete elettrica è stato così vasto e fulmineo? Andiamo a fondo nella macchinazione di questa rete, una trappola delicata che balla sull’orlo del caos ogni secondo.
Immaginate la rete elettrica come una ragnatela gigante e precaria, dove produzione e consumo devono danzare in perfetto equilibrio, altrimenti è il pandemonio. Da un lato, centrali e impianti rinnovabili pompano energia; dall’altro, case, fabbriche e ospedali la divorano. Se la produzione va fuori sincro con il consumo, bam! La frequenza e la tensione impazziscono, e se non si sistema in fretta, l’intero sistema crolla come un castello di carte.
Poi arriva la cascata di guai che porta al blackout – non è roba istantanea, anche se sembra così. Si parte con un problema locale che sballa i parametri, la rete prova a reagire con i suoi trucchetti di regolazione, ma se è troppo grave, fallisce miseramente. Scattano i protocolli di emergenza, che staccano le cose non essenziali per provare a riequilibrare, ma se pure quelli non bastano, le protezioni tagliano pezzi sempre più grossi di rete, estendendo il caos. E se le reti sono collegate, come tra Portogallo e Spagna, l’incubo si diffonde ai vicini. Tutto questo può succedere in secondi o minuti – girano voci di “in 5 secondi”, ma più realisticamente tra 5 e 15 minuti, un’eternità per un disastro del genere.
Quanto al blackout spagnolo, nessuno sa ancora cosa l’ha scatenato: un guasto a una centrale, una linea ko, un errore umano o magari un sabotaggio bello e buono? La rete iberica è piena zeppa di energia da fonti rinnovabili come fotovoltaico ed eolico, che sono grandiosi per la transizione ecologica, ma oh, che guai! Questi impianti si scollegano alla prima anomalia perché non reggono le perturbazioni, e con il 30% del fabbisogno che dipendeva dal sole, il crollo ha creato un vuoto incolmabile. Risultato: instabilità a catena e blackout totale. Non demonizziamo il fotovoltaico – è cruciale per il futuro – ma integrarlo senza intoppi richiede più cervello di quanto sembri.