Scoprire "Banzai": l’urlo epico che va da auguri imperiali a cariche suicide nei tempi bui della guerra! Originario dalla Cina come "wànsuì" per osannare l’imperatore, questo grido è esploso in Giappone come simbolo di lealtà e poi di follia patriottica. Pensate, dai festeggiamenti a orde di kamikaze che si lanciavano al macello urlando "Tennouheika Banzai", causando caos e migliaia di morti. #Banzai #StoriaInsensata #GuerradelPacifico
"Banzai" (万歳), che significa “evviva” o “diecimila anni” in giapponese, è un’esplosione di entusiasmo scritta con due kanji che urlano vita e prosperità, proprio come il nostro “cento di questi giorni”. Ma attenzione, questa parola non è solo un tostapane di gioia: nasce in Cina per inchinarsi all’imperatore e si è diffusa in tutto l’estremo oriente, trasformandosi in un grido che ha fatto tremare i campi di battaglia.
Origini e significato. In realtà, l’espressione "banzai" deriva dal cinese "wànsuì" (万岁), un saluto regale che in Cina serviva per augurare lunga vita ai potenti. Arrivata in Giappone nell’VIII secolo, è diventata un simbolo di devozione all’imperatore. Poi, boom! Durante il periodo Meiji (1868-1912), si è trasformata in un urlo patriottico estremo: nella Seconda Guerra Mondiale, i soldati e i kamikaze lo usavano per cariche folli contro gli alleati. Queste "cariche banzai" erano attacchi frontali da incubo, con urla come "Tennouheika Banzai" ("Lunga vita all’imperatore"), che hanno mietuto migliaia di vittime, come nella battaglia di Saipan del 1944, dove oltre 4.000 giapponesi sono finiti all’altro mondo, trascinando con sé un sacco di yankee.
Uso contemporaneo. Oggi, nel Giappone moderno, "banzai" ha mollato le armi e si è ripulito, diventando solo un’esplosione di festa per matrimoni, capodanni e occasioni felici – pensate alla folla che lo grida al Palazzo Imperiale, salutando l’imperatore come se niente fosse successo. Una chicca? Nelle Hawaii, tra le comunità giapponesi, i matrimoni vanno in delirio: prima, un amico urla "Shinro shimpu, banzai" ("Lunga vita e felicità agli sposi"), poi un familiare fa "Raihin shokun, banzai" ("Lunga vita e felicità a tutti gli ospiti"). Ma hey, non esagerate: in Giappone, questa tradizione è un po’ out, e in certi contesti "banzai" potrebbe offendere per via del suo passato sanguinoso, quindi molti preferiscono un innocuo "kampai" per non rovinare la festa.