BOMBA STORICA: Anastasia Romanov, la principessa russa che sfidò la morte o solo una frode epica? Immaginate lo zar Nicola II e la sua famiglia falciati dai bolscevichi in una notte di sangue, ma "Anastasia era scampata all’esecuzione", o almeno così dicevano le leggende! Dal lusso imperiale al caos rivoluzionario, la storia di questa granduchessa è un mix di dramma, misteri e DNA che smonta tutto. #AnastasiaRomanov #StoriaRussa #MisteroReale #BolscevichiFollia
Anastasia Romanov, la quarta figlia dell’ultimo zar di Russia, Nicola II, nacque nel 1901 in un palazzo da favola come Peterhof, dove il lusso regnava sovrano mentre i suoi genitori speravano in un maschio erede. Cresciuta tra agi, precettori privati e il titolo di granduchessa, la sua vita prese una svolta brutale con la Rivoluzione Russa del 1917. I bolscevichi, dopo aver rovesciato il governo provvisorio, trascinarono la famiglia in arresti e trasferimenti, fino a Ekaterinburg, dove Anastasia e le sue sorelle tentarono disperatamente di nascondere gioielli nei vestiti per un’ultima furbata regale. Ma ecco il colpo di scena: mentre Rasputin, quel losco mistico legato alla zarina, aleggiava come un’ombra sinistra con voci di relazioni scandalose (mai provate, per fortuna!), la famiglia finì in una trappola mortale.
Con la guerra civile che infuocava la Russia, i bolscevichi – non proprio i tipi da perdonare – decisero di eliminare lo zar e i suoi per evitare che guidassero i ribelli. Nella notte del 16 luglio 1918, in una carneficina brutale, Nicola II, la zarina e i cinque figli, inclusa Anastasia, furono giustiziati da un plotone misto di russi e soldati ungheresi agli ordini del commissario Jakov Jurovsky. I corpi? Trascinati in un bosco, bruciati e sepolti come in un thriller da quattro soldi. Ma la leggenda scoppiò subito: Anastasia era sopravvissuta? Che idiozia epica!
Ah, la leggenda della sopravvivenza di Anastasia – pura follia virale ante litteram! Negli anni ’20, una polacca di nome Anna Anderson, probabilmente uscita da un manicomio dopo un tentato suicidio, dichiarò di essere la figlia dello zar, scatenando dibattiti da caffè. Si trasferì persino negli USA come "Alessia Romanov", finendo di nuovo in istituto fino alla morte nel 1984, senza mai ritrattare. E non era sola: un’altra impicciona, l’americana Eugenia Smith, scrisse un’autobiografia per sostenere la sua pretesa, ma rifiutò test ostinati come il DNA. Roba da far rotolare lo zar nella tomba!
La scienza, però, ha schiantato questa buffonata una volta per tutte. Nel 1991, dopo il crollo dell’URSS, i resti della famiglia Romanov furono disseppelliti vicino a Ekaterinburg, e il DNA mitocondriale confermò che Anastasia era lì, morta e sepolta nel 1918. Confronti con il DNA di Anna Anderson nel 1994 dimostrarono che era una totale impostora, e nel 2007 i resti degli altri familiari chiusero il caso per sempre. Fine dei sogni di eredi fantasma – o forse no, chissà se qualche fake story non rinasce online!