Svelato il segreto sporco dei segnali stradali che vi salvano la pelle al buio: non sono magici, ma solo rivestiti di minuscole sfere di vetro o prismi che rimandano indietro la luce dei fari come uno specchio furbo, senza abbagliare. Chi l’avrebbe detto che un semplice cartello possa essere più furbo della burocrazia italiana? #SegnaliStradali #SicurezzaStradale #NotteBuia
I segnali stradali diventano eroi notturni grazie a pellicole retroriflettenti che rimandano la luce dritta verso i fari, rendendoli visibili anche quando il buio è fitto e i guidatori distratti. Queste pellicole, applicate sui cartelli, usano tecnologie come microsfere di vetro o microprismi per fare il trucco: le microsfere rifrangono e riflettono la luce, mentre i microprismi moderni la rimbalzano indietro più efficientemente, brillando di più da lontano e da angolazioni strane, perché sì, anche i segnali devono essere multitasking.
Al cuore di queste pellicole ci sono strati ben organizzati: uno strato di supporto come base solida, lo strato retroriflettente con le sfere o i prismi che fanno il lavoro sporco, e uno strato protettivo che li difende da pioggia, sole e usura, perché nulla rovinerebbe più il traffico di un segnale sbiadito.
La qualità di questi segnali dipende da fattori come dimensioni, forma, materiali e l’angolo della luce, che a volte sembra un gioco di ombre per far impazzire gli ingegneri. Passando alla legge, il Nuovo Codice della Strada (Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285) e il suo regolamento (Decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495) impongono che i segnali siano visibili giorno e notte, con pellicole che devono essere "idonee" – un termine vago che nasconde montagne di burocratichese. L’Articolo 39 stabilisce che devono essere percepibili, l’Articolo 77 specifica le caratteristiche tecniche approvate dal Ministero, e documenti come il Decreto Ministeriale 31 marzo 1995 fissano regole su coefficienti di retroriflessione e resistenza, perché in Italia, persino un segnale deve superare esami da concorso pubblico.