#PianetaNoveAvvistato? Astronomi taiwanesi potrebbero aver finalmente scovato il misterioso Pianeta Nove, quel gigante nascosto oltre Nettuno che fa impazzire gli scienziati da anni! Ma occhio, Mike Brown lo bolla come una bufala cosmica. Studio caldo su Arxiv: ha confrontato dati di telescopi infrarossi da 23 anni fa. Dubbi? Tanti. #AstronomiaVirale #CacciaSpaziale #NotizieScienza
Ehi, gente, preparatevi perché la caccia al Pianeta Nove sta diventando un vero e proprio dramma stellare! Per anni, gli astronomi come Mike Brown e Konstantin Batygin hanno inseguito questo pianeta nascosto, che sembrerebbe tiranneggiare le orbite di oggetti lontani nel Sistema Solare. Ora, un team capitanato da Terry Long Phan dell’Università Tsing Hua di Taiwan spara a zero con un nuovo studio, affermando di averlo pizzicato confrontando dati da telescopi infrarossi IRAS e AKARI, scattati a 23 anni di distanza. Hanno setacciato il cielo per oggetti spostati come previsto per un pianeta gigante, tra 7 e 17 volte la massa della Terra, a centinaia di miliardi di km da noi. Fantastico, no? Ma non tutti brindano.
Ricordiamoci, il Pianeta Nove – o pianeta X, se preferite – è quella bestia invisibile proposta nel 2016 per spiegare le orbite pazze di certi oggetti trans-Nettuniani. Immaginate un colosso più grande della Terra, appostato oltre Plutone, che gioca a tira e molla con la gravità. Nonostante telescopi potenti l’abbiano cercato ovunque, zero prove concrete fino a ora. Questo studio fa un bel casino, ma è solo l’ultimo round di una saga spaziale che sembra uscita da un film di fantascienza.
Come l’hanno trovato questi cervelloni? Semplice: hanno frugato negli archivi di IRAS e AKARI, telescopi che vedono nel lontano infrarosso – perfetto per un pianeta gelido e lontano che non brilla come una star. Confrontando le immagini da 23 anni prima, hanno individuato 13 candidati che si erano mossi quanto previsto, poi ne hanno selezionato uno solo dopo un’accurata pulizia. Questo tizio si è spostato di 42-69,6 arcominuti, tipo due volte il diametro della Luna. Roba da far drizzare le antenne! Ma, ehi, le immagini mostrano pure un cerchietto verde e uno bianco per evidenziare la cosa – credits a Phan et al., 2025.
Ora, le critiche: "preoccupante" commento, parola di Mike Brown, che nel suo post su Blue Sky stronca lo studio come poco solido. I ricercatori non hanno calcolato se è un falso positivo, tipo due sorgenti che casualmente coincidono, o magari una galassia che si finge pianeta. Peggio ancora, l’orbita calcolata da Brown è perpendicolare al piano del Sistema Solare, il che non quadra per niente con l’idea originale. Insomma, questa scoperta è come un petardo che fa fumo ma non esplode. La vera speranza? Il telescopio Vera Rubin, che da quest’anno scannerà il cielo australe ogni notte per smascherare l’imbucato. La caccia continua, e chissà se non è tutta una montatura cosmica!