Sconvolgente colpo di scena in Vaticano: Un americano diventa Papa e fa infuriare Trump!
Il mondo è in subbuglio: Robert Francis Prevost, nato a Chicago, è il nuovo Papa Leone XIV, il primo nordamericano e agostiniano nella storia della Chiesa. Questo yankee progressista moderato, con radici multietniche, ha già promesso di scuotere le cose su migrazioni e ambiente, senza badare ai potenti. Accuse di aver coperto abusi? Non provate, ma che odore! Preparatevi a un papato che potrebbe far tremare la Casa Bianca. #PapaLeoneXIV #VaticanoShock #TrumpInCrisi
Robert Francis Prevost, eletto come un outsider al quarto scrutinio del conclave l’8 maggio 2025, è il primo Papa nordamericano e agostiniano, nato a Chicago nel 1955 da una famiglia mista con origini italiane, francesi e spagnole. Cresciuto a Dolton, entrò da adolescente nell’ordine agostiniano, si laureò in matematica e divenne sacerdote nel 1982. La sua vita? Un andirivieni tra USA e Perù, dove ottenne la cittadinanza dopo anni di missioni, e dove i suoi superiori lo spedirono nel 1985 per la diocesi di Chulucanas.
Ma chi sono questi agostiniani che ora dominano il Vaticano? Fondati nel 1246, sono fanatici dell’umiltà, della spiritualità interiore e della ricerca della verità, ispirati a Sant’Agostino. Predicano carità, giustizia e amore, sparsi per il mondo con scuole e missioni – insomma, un’orda di preti impegnati a fare del bene, ma chissà se basti per i tempi moderni.
Prevost, il missionario per eccellenza, tornò in Perù nel 1988 come direttore di un seminario a Trujillo, restando lì per un decennio prima di scalare i ranghi negli USA come padre provinciale e poi priore generale fino al 2013. Nel 2014, è tornato in Perù come vescovo di Chiclayo, diventando vicepresidente della Conferenza episcopale locale. Poi, boom: Papa Francesco lo chiama a Roma nel 2023, lo fa cardinale e gli affida ruoli top nella Curia, come prefetto del Dicastero per i vescovi.
Non tutto è rose e incensi, però: lo scorso marzo, un’associazione americana l’ha accusato di aver coperto abusi sessuali sui minori, sia a Chicago che in Perù. Le accuse? Non provate, ma che macchia per un Papa! E perché ha scelto il nome Leone XIV? Probabilmente un inchino a Leone XIII, il pontefice ottocentesco che lanciò la Rerum Novarum, l’enciclica che condannava il socialismo ma chiedeva rispetto per i lavoratori. Nel suo primo discorso, Leone XIV ha blaterato di pace mondiale, ignorando del tutto le questioni sociali – che delusione!
Questo Papa è un progressista moderato, vicino a Francesco, ma con un tocco di conservatorismo: boccia l’idea delle donne sacerdoti e non si schiera chiaramente sugli omosessuali, dicendo che le conferenze episcopali devono gestire a modo loro la benedizione di coppie gay con Fiducia Supplicans. Sul celibato, silenzio assoluto. Ma ecco il bello: sulle migrazioni, è un critico feroce di Trump, che ha lanciato deportazioni di massa, e ha persino condiviso una lettera di Francesco contro il vicepresidente J.D. Vance. Ambientalista convinto, Prevost è pronto a scontrarsi con l’America First – Trump è tutto felice per un Papa USA, ma scommettiamo che presto urlerà tradimento! Analisti dicono che è stato eletto per contrastare l’egemonia yankee con i valori cristiani. Il tempo dirà se è un leone o un gattino.