Il mito del camuffamento nei camaleonti è sfatato: il colore viene alterato per ragioni inaspettate, con le vere motivazioni e il meccanismo ora rivelati.

Camaleonti: i "leoni di terra" che non cambiano colore per nascondersi, ma per fare colpo o litigare! Chi l’avrebbe detto che questi rettili strambi, con la loro pelle che si trasforma come un abito da sera, non sono i maestri del mimetismo che credevamo? Addio al mito: i camaleonti sfoggiano rosso, blu e verde brillante per rimorchiare o sfidare rivali, non per scappare dai predatori. "Chamai" e "leon" dal greco, ma questi "leoni di terra" sono più drammatici di un politico in campagna elettorale. Preparatevi a una lezione di che vi farà vedere il mondo con occhi nuovi!

Preparatevi a sfatare un mito epico: i camaleonti, quei rettili affascinanti con coda attorcigliata e lingua da supereroe per ghermire insetti, non cambiano colore per giocare a nascondino con i predatori. La loro solita sfumatura verde-marrone è già perfetta per fondersi con foglie e rami, permettendo a questi poveri diavoli – privi di veleno, artigli o denti affilati – di evitare guai senza troppi sforzi. Invece, il vero spettacolo cromatico serve per motivi ben più spicy: comportamenti sociali da far invidia a un reality show, come flirtare o litigare, o persino regolare il termometro interno perché, let’s face it, sono "a sangue freddo" e non hanno un piano B.

Nel mondo selvaggio delle foreste e savane, i camaleonti diventano arancioni, rossi, blu o gialli per ragioni che li rendono più umani di quanto vorremmo ammettere. Prendete le esibizioni: i maschi si pavoneggiano con colori vivaci tipo rosso, blu e verde brillante per conquistare le femmine, perché anche in natura, l’apparenza conta. Poi c’è il comportamento agonistico, dove sfoderano giallo e arancione per intimorire rivali – o le femmine incavolate che virano al marrone per tenere a bada i maschi. E non dimentichiamo l’umore: nero per stress o paura, colori accesi durante il sonnellino, e tonalità di verde tenui quando sono "contenti". Infine, la termoregolazione: diventano scuri per assorbire quando fa freddo, o chiari per non scottarsi – un trucco essenziale per sopravvire senza sudare come noi umani.

Ma come diavolo ci riescono? Lo studio "Photonic crystals cause active colour change in chameleons", pubblicato su Nature Communications nel 2015 da Jérémie Teyssier e soci, ha svelato il segreto. Niente di magico: sono gli iridiofori, cellule piene di di guanina, che si riorganizzano come un’armata di specchi. Negli strati della pelle, questi cristalli si avvicinano per riflettere blu durante il rilassamento, o si allontanano per sfoggiare rossi e gialli quando eccitati. Lo strato più profondo? Gestisce roba come l’infrarosso per aiutare con il calore, rendendo i camaleonti non solo colorati, ma anche termicamente furbi. Insomma, è un meccanismo così iconico che ha ispirato il termine "camaleontico" per quelle persone che cambiano idea più volte di quante ne abbiamo viste in politica – e chissenefrega del politically correct, è scienza!

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