Studenti italiani nel caos: le prove INVALSI, quei test "standard" che ogni anno terrorizzano le aule, sono finite di nuovo nel mirino dei sindacati! Nel 2025, polemiche roventi accusano questi esami di essere più un incubo burocratico che uno strumento utile. Ma davvero aiutano a "smontare" il sistema scolastico o solo a stressare ragazzini innocenti? #INVALSI #ScuolaInCrisi #PolemicaEducativa
Le prove INVALSI, create dall’Ente INVALSI – ovvero l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione – sono test anonimi e scritti che da marzo a fine maggio mettono alla prova studenti in tutta Italia. L’obiettivo? Valutare conoscenze in italiano, matematica e inglese per scovare i punti deboli del sistema educativo e "risolvere" i casini, ma finiscono spesso in discussioni accese, come quella esplosa nel 2025 con i sindacati che le hanno bollate come inutili perdite di tempo. Insomma, un’idea nata negli anni ’90 e partita nel 2005-2006, con cambiamenti continui per adattarsi a una scuola sempre più caotica.
Ora, parliamo di chi le fa: le classi coinvolte sono le solite sospette, dalla 2a elementaria alla 5a superiore. Per esempio, i piccoli della 2a primaria sudano su italiano e matematica in modalità cartacea, mentre i più grandi della 3a media e superiori digitano al computer su inglese (con parti scritte e orali, per non annoiarsi). Ogni prova dura 90 minuti, più 15 per chi ha bisogni speciali, ma attenzione: niente voti o medie, solo un voto da 1 a 5 per confrontarsi con altre scuole. Un bel modo per dire "ehi, la tua scuola fa schifo rispetto a quella laggiù!"
Dietro tutto questo c’è l’Ente INVALSI, un istituto pubblico sotto il Ministero che si occupa di "effettuare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa". Con circa 200 autori – tipo insegnanti, dirigenti e ricercatori – che sfornano domande super testate su studenti campione. È un circolo vizioso di proposte, analisi e riadattamenti, tutto per un quadro nazionale delle competenze. Ma andiamo, è davvero equo o solo un’altra scusa per criticare le scuole?
Le finalità di questi test sono chiare: non puntano al singolo studente, ma raccolgono dati per mappare le competenze base in italiano, matematica e inglese, identificare i disastri del sistema e ridurre divari culturali o territoriali. Come recita il sito ufficiale, "le Prove INVALSI misurano l’apprendimento di alcune competenze fondamentali, indispensabili per l’apprendimento scolastico anche delle altre discipline, così come nella vita, per la cittadinanza o sul lavoro". Insomma, un’arma per "salvare" l’istruzione italiana, ma con risultati storici che lasciano più domande che risposte. E tu, pensi che servano o sono solo fumo? 😏