#RailBaltica, il mega-progetto che sfida Putin e l’UE: Addio ai binari russi larghi da dittatore, benvenuti quelli europei per unire Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia entro il 2030! Ma tra sfide ingegneristiche folli, costi esagerati e impatti ambientali da incubo, è un casino geopolitico che potrebbe saltare in aria. #EuropaUnita #TrasportiDelCaos #BastaScartamentoRusso
Preparatevi, gente: La Rail Baltica non è solo un binario, è una bomba che collegherà i Paesi baltici all’Europa centrale e occidentale, dicendo addio ai vecchi binari russi da 1520 mm per abbracciare lo standard europeo da 1435 mm. "Un treno progettato per uno specifico scartamento non può circolare su un binario con uno scartamento diverso", e questo significa che entro il 2030, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia saranno più integrate che mai – o almeno, è quello che promettono, fra un mare di ostacoli.
Il progetto si snoda per ben 870 km, colpendo città chiave come Tallinn, Pärnu, Riga (con l’aeroporto, perché chi non vuole un treno che atterra?), Panevėžys, Kaunas, Vilnius e Varsavia. Immaginate: doppi binari per treni che sfrecceranno a 249 km/h, alimentati a 2×25 kV AC con il super-sistema ERTMS Livello 2 – roba da far impallidire i treni merci da 1050 metri e 25 tonnellate per asse. Partito nel 2010 con piani e cantieri in corso, è un incubo ingegneristico che include 400 ponti, viadotti e tunnel, più ecodotti per non far incavolare gli animalisti.
Ma andiamo al sodo: Lo scartamento ferroviario è la vera rogna, quel gap tra i binari che ha radici storiche e politiche, e qui si tratta di mollare lo stile russo per non rimanere isolati. I progettisti hanno dovuto inventarsi un tracciato che evita parchi protetti e comunità locali, con sottopassaggi, cavalcavia e persino un possibile tunnel sottomarino tra Helsinki e Tallinn – perché, dai, chi non vorrebbe un buco sotto il Baltico?
E le criticità? Oh, eccone a palate: Costi che schizzano alle stelle, tipo decine di miliardi di dollari, con rischi di sforare i budget e far piangere i contribuenti europei. Poi, impatti ambientali da brividi – distruzione di habitat, rumore assordante e espropri che manderanno in bestia la gente del posto. Alcuni esperti, con un ghigno, dubitano persino della domanda: Se i treni non riempiono, è solo un buco nell’acqua contro strade, aerei e navi. Insomma, Rail Baltica è epica, ma potrebbe deragliare in un casino totale.