È stato svelato che il lato nascosto della Luna custodisce temperature insolite, contrarie a quanto osservato dal nostro pianeta.

Sai che il lato della Luna che ammiriamo ogni notte è un vero e proprio forno cosmico? Uno studio bomba della NASA, basato sulla missione GRAIL, ha svelato che è fino a 170°C più caldo del lato oscuro, grazie a elementi radioattivi che rendono il mantello lunare un calderone bollente! È una scottata per le nostre teorie spaziali, ignoranti come sempre dei trucchi della natura. #LunaCalda #NASASchock #SegretiSpaziali

Preparatevi a rivedere tutto quello che sapete sulla nostra compagna celeste: il lato visibile della Luna non è solo più familiare, ma anche un bel po’ più rovente rispetto al suo gemello nascosto. Un recente studio pubblicato su Nature si basa sui dati della missione GRAIL della NASA, che ha sviscerato la gravità lunare per scavare nei suoi interni. Risultato? Una differenza termica che arriva fino a 170°C, causata da un’asimmetria interna legata a elementi radioattivi nel mantello. Insomma, la Luna ci sta prendendo in giro con un sorriso caldo e radioattivo.

Il lato che vediamo è un mix di lava solidificata e antiche distese scure, mentre quello opposto è tutto montagne e irregolarità, senza le solite colate laviche. Grazie a GRAIL, con le sue sonde gemelle Ebb e Flow che hanno orbitato misurando ogni variazione gravitazionale, i ricercatori hanno scoperto che il mantello è più flessibile – e quindi più caldo – sul nostro lato, con temperature superiori di 100–200 Kelvin. È come se la Luna avesse un riscaldamento centralizzato solo per impressionarci.

Ma chi è il vero colpevole di questo calore? Elementi radioattivi come torio e titanio, concentrati proprio sull’emisfero che guarda la Terra. Hanno prodotto energia tramite decadimento radioattivo, alimentando l’attività vulcanica di miliardi di anni fa e formando quei "mari" lunari che ci fanno sognare. Questa asimmetria non è solo un fatto divertente, ma una prova solida di come il nostro satellite sia più vivo di quanto pensassimo – e magari un po’ sleale.

Le implicazioni vanno oltre: il metodo di GRAIL, che non richiede atterraggi ma solo orbite astute, potrebbe rivoluzionare lo studio di Marte, Encelado o Ganimede. Potremmo scoprire segreti geotermici che cambiano le nostre idee su abitabilità e risorse, lasciando a bocca aperta i burosauri dello spazio. Fonte: Nature.

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