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Meganeura Monyi domina i cieli preistorici come la libellula più grande, con dettagli sul suo habitat e la scomparsa definitiva

Immaginate una libellula gigante, grossa come un falco affamato, che piombava dal cielo per sbranare anfibi e piccoli mammiferi – un vero incubo volante del passato! Oggi, con l’aria meno "muscolosa" e piena di , questi mostri alati non ce le fanno più. #ScienzaVirale

La Meganeura monyi, antenata delle nostre fastidiose libellule, dominava i cieli durante il tardo Carbonifero, circa 300 milioni di anni fa, con un’apertura alare da brividi: fino a 65-75 cm, che la rende uno degli insetti più enormi mai visti sulla Terra. Condivideva questo record con parenti estinti come i membri del genere Meganeuropsis, vissuti nel Permiano, e terrorizzava l’Europa e il Nord America come un predatore implacabile, intrappolando prede con zampe spinose e un volo da lasciare senza fiato – piombando velocemente e intrappolandole grazie alle sue zampe piene di escrescenze spinose.

Fin dalla sua scoperta nel 1880 nelle miniere di francesi, questa bestia alata ha fatto impazzire i paleontologi, che si sono chiesti come diavolo volasse in un mondo meno denso di ossigeno. Alcuni , tipo l’ingegnere francese Eduard Harlé nel 1911, sbraitavano che mostri come la Meganeura non potrebbero mai decollare oggi, perché l’atmosfera era più densa allora, con un bel 30-35% di ossigeno contro il misero 21% attuale. "Volatili estinti come la Meganeura, ma anche rettili volanti come gli pterodattili, riuscivano a prendere il volo nonostante le loro grandi dimensioni grazie al fatto che l’atmosfera del nostro pianeta era più densa in passato." Insomma, più molecole d’aria significavano più portanza, rendendo il volo meno stancante per questi giganti – oggi, solo uccelli come l’albatro urlatore osano sfiorare i 3,5 metri, e insetti come lo scarabeo golia sudano per volare 10 cm.

Ma c’è un’altra teoria succosa: il sistema respiratorio di questi insetti. Senza polmoni, assorbono ossigeno attraverso stigmi e trachee, e recenti studi suggeriscono che i muscoli aiutino a pompare aria, anche se per i più grossi è una fatica boia. In un’epoca con più ossigeno, come quella della Meganeura, questi bestioni potevano crescere senza soffocare – "Si pensava che negli insetti non ci fosse alcuna forma di respirazione attiva, ma recenti studi suggeriscono che le contrazioni muscolari contribuiscano al movimento del gas dentro le trachee nelle specie più grandi." L’ipotesi di Harlé, un po’ datata ma tornata di moda, collega la loro estinzione al calo di ossigeno, proprio come per altri giganti come l’Arthropleura. Evoluzione spietata: ha scelto i piccoli vincenti, lasciando noi con insetti che al massimo ci rompono le scatole in giardino.

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