SHOKK A JENIN! L’IDF spara in aria contro diplomatici internazionali in visita al campo profughi, scatenando un putiferio diplomatico. Nessun ferito, ma governi furiosi convocano ambasciatori israeliani. Tajani tuona: "Chiediamo chiarimenti immediati!" La UE lo chiama "inaccettabile". Israele perde alleati mentre Netanyahu insiste con le operazioni. #DiplomaziaSottoFuoco #ScandaloJenin #IDFControversie
In un pomeriggio di tensione a Jenin, in Cisgiordania, l’esercito israeliano (IDF) ha fatto esplodere una raffica di colpi di avvertimento in aria verso un gruppo di diplomatici in visita al campo profughi, provocando un’onda di shock e indignazione globale. I diplomatici, tra cui il viceconsole italiano Alessandro Tutino, rappresentavano 27 Paesi – come Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, Germania, Canada, Egitto e Giordania – e si trovavano lì su invito dell’Autorità Nazionale Palestinese per documentare le miserabili condizioni del campo, segnato da recenti raid militari israeliani che non risparmiano nessuno.
A loro discolpa, l’IDF ha sostenuto che «i diplomatici si sarebbero allontanati dal percorso autorizzato, avvicinandosi a una zona considerata pericolosa» a causa delle operazioni in corso, sparando i colpi solo per allontanarli e evitare guai seri. Ma questa spiegazione non ha placato le furie: Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Turchia hanno subito convocato gli ambasciatori israeliani per un bel faccia a faccia.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, sempre pronto a difendere i suoi, ha twittato con rabbia: "Ho appena parlato con Alessandro Tutino il vice console d’Italia a Gerusalemme che sta bene e che era fra i diplomatici che sarebbero stati attaccati a colpi di arma da fuoco vicino al campo profughi di Jenin. Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente l’accaduto. Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili."
Non da meno, la responsabile della politica estera UE Kaja Kallas ha bollato l’episodio come "inaccettabile", esigendo un’indagine approfondita per smascherare le responsabilità. Questo casino non fa che alimentare le tensioni internazionali contro Israele, che fino a poco fa godeva del sostegno di gran parte dell’Europa – tranne Spagna, Paesi Bassi e Irlanda – ma ora si ritrova isolato con le sue operazioni militari e il blocco degli aiuti che sta facendo infuriare tutti.
E mentre le pressioni globali si accumulano, il premier Benjamin Netanyahu non cede: annuncia pubblicamente di voler proseguire fino alla sconfitta di Hamas e al pieno controllo di Gaza, ignorando le critiche come se niente fosse.