Gli scienziati rivelano l’origine della colossale catena montuosa sepolta sotto il ghiaccio dell’Antartide, esponendo i segreti del pianeta in un’era di cambiamenti climatici controversi.

Sotto l’Antartide, un’enorme catena montuosa lunga 1200 km e alta come un grattacielo da incubo è appena stata "scoperta" – beh, riscoperta – grazie a un gruppo di scienziati australiani che hanno finalmente risolto un mistero vecchio di decenni. #AntartideSegreti #MontiGamburtsev #ScienzaVirale

Quei bastardi dei Monti Gamburtsev, sepolti sotto strati di ghiaccio spesso come le scuse di un politico in campagna elettorale, stanno facendo ammattire il mondo scientifico. Un nuovo studio, pubblicato su Earth and Planetary Science Letters, ha inchiodato la loro origine a circa 600 milioni di anni fa, quando due continenti si sono scontrati come in un’epica rissa da bar, formando il supercontinente Gondwana. Pensateci: mentre l’Antartide orientale è stabile come un nonno al parco, queste montagne si sono formate in un’area tettonica che non vedeva azione da secoli!

La scoperta di questi giganti nascosti risale al 1958, grazie a una spedizione russa che ha usato tecniche sismiche per svelare un paesaggio sepolto sotto il ghiaccio – valli, pianure e montagne che una volta erano libere, prima che un raffreddamento climatico globale, probabilmente causato da meno CO2 in atmosfera, trasformasse tutto in un freezer eterno. I Monti Gamburtsev, alti fino a 3400 metri e paragonabili alle Alpi, sono rimasti intatti come reliquie protette dal ghiaccio, sfuggendo all’erosione che ha rovinato il resto del pianeta.

Ma come diavolo hanno fatto questi ricercatori a svelare il mistero? Analizzando zirconi – minuscoli cristalli radioattivi trovati nei sedimenti fluviali dei vicini Monti Prince Charles – hanno datato la formazione di questi minerali, che si formano dal magma durante i grandi sconvolgimenti tettonici. Risultato? Circa 650 milioni di anni fa, due continenti si sono schiantati al polo Sud, creando vette alte come l’Himalaya, prima che l’erosione e i movimenti sotterranei le ridisegnassero. E ora, con nuove mappe dall’ambizioso progetto Bedmap3, l’Antartide sta rivelando sempre più segreti – chissà cosa altro si nasconde sotto quel manto ghiacciato, pronto a farci riconsiderare tutto quello che sappiamo!

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