Perché la pappa reale, quel nettare d’élite delle api, costa un occhio della testa – fino a 600 €/kg – mentre il miele è accessibile a tutti? Beh, è tutta colpa della produzione scarsa e delle tecniche da apicoltori "specializzati", con il mercato globale che potrebbe esplodere a oltre 2 miliardi di dollari entro il 2031. Un business sporco, dove le frodi la fanno da padrone, e noi ci caschiamo come allocchi!
La raccolta della pappa reale è un’operazione che suona semplice ma è un casino in pratica. Prodotta per nutrire l’ape regina e le larve nei primi 3 giorni di vita, per averne di più devi ingannare le api nutrici facendole credere che serva una nuova regina – magari isolandola o spostando le larve in contenitori artificiali. Questa tecnica, chiamata innesto, è come un trapianto per piante: prendi una larva di 1 giorno, la sposti e boom, le nutrici producono più pappa reale. Ma attenzione, come riportato dalla FAO, se non fai tutto con precisione da chirurgo, rischi di rovinare l’alveare o di farti male – e in 5-6 mesi tiriamo fuori solo 500 g, una miseria per la domanda che cresce!
Non solo è deperibile come un politico le sue promesse, richiedendo refrigerazione o liofilizzazione che gonfia i prezzi, ma il vero scandalo è il suo successo commerciale. Grazie alla sua miscela di nutrienti e vitamine che rende le api regine così "fertile e longeve", la pappa reale è diventata il toccasana degli anni Cinquanta, invadendo cosmetici e integratori. Eppure, con metodi alternativi in arrivo – alcuni persino automatizzati – i costi salgono lo stesso, proiettando il mercato a 2.1 miliardi di dollari entro il 2031. Roba da lusso per i fessi!
E qui arriva la parte politicamente scorretta: le frodi. Una pappa reale "made in Italy" costa di più, ma come al solito, c’è chi bara. Nel 2014, il Corpo Forestale ha sgamato un tizio che comprava roba dalla Cina a 30-35 €/kg e la rivendeva come italiana a 600 €/kg. Che geni, eh? Come riportato dal Corpo Forestale, queste truffe sono un affare sporco che inganna consumatori e rovina il mercato. Altro che api laboriose, qui è tutta una questione di furbi globali!