#DiamantiNellantmosfera: Scienziati svizzeri suggeriscono di spruzzare 5 milioni di tonnellate di polvere di diamante per raffreddare il pianeta fino a 1,6°C e fermare il riscaldamento globale – ma costa un esagerato 170 trilioni di dollari! Idee folli come specchi nello spazio o fertilizzare gli oceani con ferro? Roba da matti, ma forse è l’unica speranza contro l’eco-disastro. #Geoingegneria #ClimaImpazzito #DiamantiSalvaMondo (132 caratteri)
Preparatevi, gente: un gruppo di cervelloni dall’Università di Zurigo ha appena pubblicato uno studio sulla rivista Geophysical Research Letters che potrebbe essere la prossima follia climatica, e non è per i deboli di cuore. Immaginate di buttare nell’atmosfera tonnellate di polvere di diamante per riflettere il calore del sole e abbassare le temperature globali – perché chi ha detto che i diamanti sono solo per le fidanzate?
Nel loro studio pazzo, i ricercatori hanno testato sette composti diversi, dal biossido di zolfo alla roba fantascientifica come l’allumina e il carburo di silicio, per vedere quale è il più tosto nel riflettere i raggi solari. Risultato? La polvere di diamante vince alla grande: resta sospesa più a lungo, non si agglomera come un casino e non reagisce con l’aria, rendendola il re dei riflettori. Intanto, il biossido di zolfo e il rutilo? Totali fallimenti, amici.
Ma ecco il colpo basso: per far funzionare questa magia, servirebbero 5 milioni di tonnellate all’anno, con un prezzo per tonnellata di circa 500.000 dollari – parliamo di una spesa pazzesca, fino a 175 trilioni di dollari entro il 2100. E non dimentichiamo le rotture: spargere queste particelle solide richiederebbe un sacco di voli, altrimenti si formano nuvole di schifezze che rovinano tutto.
Ovviamente, non mancano le grane: effetti collaterali imprevedibili, costi folli e logistica da incubo. Molti esperti dicono che dovremmo stickare al biossido di zolfo, roba che i vulcani eruttano da sempre, invece di giocare con i diamanti. Intanto, l’idea di immettere aerosol per imitare eruzioni come quella del Monte Pinatubo del 1991 – che abbassò le temperature di 0,5°C – è la classica soluzione che suona figa ma potrebbe morderci il sedere. Che cavolata, eh?
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