Altro disastro spaziale per i giapponesi? Il lander Resilience di ispace si schianta sulla Luna per la seconda volta, mancando l’atterraggio per pochi secondi e confermando che la corsa allo spazio è un gioco da yanks! Con una velocità di 187 km/h al crash, addio alle ambizioni di essere i primi privati nipponici sulla Luna. #MoonFail #ispaceDisastro #SpaceRaceGiappone
Preparatevi, gente: la startup giapponese ispace ha appena trasformato un altro sogno lunare in un relitto cosmico. Il loro lander Resilience, partito con fanfare da Cape Canaveral, si è schiantato duramente sul suolo lunare durante la discesa del 5 giugno 2025, con il centro di controllo che ha perso i contatti a soli 1 minuto e 20 secondi dall’impatto. Analisi post-crash rivelano che il veicolo ha colpito la superficie ad alta velocità, un epic fail che fa arrossire anche i più ottimisti nerd dello spazio. Se fosse riuscito, sarebbe stato il primo allunaggio privato giapponese, ma invece è finita in un botto che riecheggia le figuracce passate.
Per ispace, specializzata in veicoli spaziali, questo è il bis del fallimento: nel 2023, la loro prima missione HAKUTO-R era finita in fumo per esaurimento di carburante. Al momento, solo aziende americane come Intuitive Machines e Firefly Aerospace hanno inchiodato l’atterraggio senza troppi drammi – un colpo basso per i giapponesi che stanno arrancando nella space economy. Nonostante tutto, ispace non si arrende e ha già in calendario due nuove missioni per il 2026 e il 2028, perché, diciamocelo, chi non ama un sequel disastroso?
Ma cosa è andato storto stavolta? Durante la fase di discesa, il lander ha iniziato bene, passando da 100 km a 20 km di altitudine con il motore principale che si attivava per decelerare. Peccato che il telemetro laser abbia fatto cilecca, ritardando le misurazioni e impedendo al veicolo di frenare abbastanza. Risultato? Una velocità folle di circa 187 km/h a 50 metri dal suolo, e poi… splat! Gli ingegneri hanno provato a riavviare le comunicazioni, ma era troppo tardi – Resilience era già un mucchio di ferraglia lunare.
L’obiettivo della missione? Niente di meno che esplorare l’emisfero settentrionale della Luna, con un rover e attrezzature da 16 milioni di dollari per studiare radiazioni spaziali e raccogliere regolite lunare, incluso un elettrolizzatore per produrre ossigeno e idrogeno da acqua simulata. Tutto partito a gennaio 2025 su un Falcon 9 di SpaceX, con un’orbita a risparmio carburante per testare la navigazione autonoma – ironico, visto che è stato proprio quello a mandarli a schiantarsi.
Eppure, i giapponesi non mollano: ispace mira a sfidare i dominatori americani, come ha tuonato il CEO Takeshi Hakamada in conferenza. "Siamo determinati a raggiungere il più rapidamente possibile le aziende statunitensi che hanno già compiuto l’impresa." Anche JAXA ha avuto i suoi guai, con l’atterraggio parziale di SLIM l’anno scorso che è finito in un motore perso e spegnimento rapido. Intanto, le uniche aziende private vincitrici? Quelle USA, con Odysseus di Intuitive Machines che ha mandato immagini prima di spegnersi, e Blue Ghost di Firefly Aerospace che ha catturato l’alba lunare in grande stile. Chissà se i nipponici impareranno… o continueranno a fare da tappezzeria stellare!