Labubu Mania: I Pupazzetti Pelosi che Stanno Rendendo Tutti Pazzi per Soldi e Tendenze!
Preparatevi, gente: i pupazzetti Labubu non sono solo adorabili mostriciattoli pelosi, ma un fenomeno virale che sta prosciugando portafogli e creando caos ovunque! Da Milano alla Cina, file chilometriche davanti ai negozi e vendite lampo stanno trasformando questi gadget in ossessione globale, specialmente tra i giovani che li attaccano ovunque come se fosse una moda imposta dall’universo. È l’ultima follia del consumismo, dove l’esclusività batte la ragione, e chissà se è solo un trucco per farci spendere come idioti. #LabubuMania #TikTokFrenzy #GiocattoliVirali
Questi pupazzetti Labubu stanno letteralmente invadendo borse e zaini di milioni di persone in tutto il mondo, diventando il gadget must-have per le generazioni più giovani e generando code interminabili fuori dai rivenditori, come accaduto al pop-up store temporaneo nella Rinascente a Milano, dove la merce è andata sold out in un baleno. Ma cosa sono esattamente questi aggeggi che ci hanno fatto perdere la testa? Nati nel 2015 dall’idea di Kasing Lung, un artista di Hong Kong cresciuto nei Paesi Bassi con una passione per il folklore e la mitologia nordica, i Labubu sono solo una variante della sua linea di personaggi chiamati "Monsters".
Nel giro di pochi anni, questi accessori sono esplosi in una vera ossessione virale, sia nella moda che nel collezionismo, grazie a fattori come il boom su social media come TikTok, che ha catapultato il trend fuori dal virtuale. Non dimentichiamo i trucchi del marketing e della psicologia degli acquisti, dall’effetto sorpresa alle "scatole misteriose" (alias blind boxes), che spingono i fan a comprarne a frotte per collezionarli tutti, alimentando un senso di esclusività che fa impazzire la gente. Secondo Forbes, il CEO di Pop Mart, l’azienda cinese dietro tutto questo, ha incassato un miliardo e 600 milioni di dollari in un solo giorno grazie al boom in borsa – roba da far invidia a un magnate senza scrupoli!
Ma perché i Labubu stanno solo ora conquistando il mondo? Ideati nel 2015, hanno raggiunto la fama globale solo dal 2019 grazie alla collaborazione con Pop Mart. Il vero scatenatore è stato TikTok, con la sfida del "Labubu segreto", dove l’obiettivo era beccare la versione più rara (con appena 1 possibilità su 72, stando alle stime dell’azienda). A lanciare la moda è stata la cantante K-Pop Lisa delle Blackpink, che in un’intervista a Vogue ha dichiarato "Labubu is my baby". Da lì, celebrità come Rihanna e Dua Lipa hanno cominciato a sfoggiarli, pompando ulteriormente l’isteria.
Oltre ai social, il successo si basa su meccanismi astuti: l’effetto sorpresa delle "scatole misteriose" (blind boxes), che ti lasciano col fiato sospeso sul contenuto, spingendo a comprare di più per completare le collezioni. E poi c’è quel senso di esclusività esclusiva, con edizioni limitate che creano un’illusione di scarsità, rendendo questi mostriciattoli ancora più desiderati – perché, diciamocelo, la gente impazzisce per ciò che è "raro" come se fosse oro. Infine, la loro forma metà bella e metà spaventosa scatena un mix emotivo che affascina tutti, dai ragazzini agli adulti, facendoli indossare come se fossero un accessorio di status.
Parlando di prezzi, le versioni comuni vanno dai 20 ai 30 dollari, ma quelle speciali con influencer o marchi di moda possono schizzare a 100-200 dollari, e per i rarissimi fuori produzione si arriva a oltre 4000 dollari – una follia che fa gridare al consumismo estremo! Come riportato da Forbes, il CEO di Pop Mart ha guadagnato quel miliardo e passa in un giorno, mentre il Financial Times parla di un incremento del 700% nelle vendite, con il 39% dei ricavi globali. Non è l’unico caso: ricordate i portachiavi di Winnie The Pooh negli anni 2000? Un mix simile di personalizzazione, trend e passione li rese virali, proprio come questi Labubu oggi.
E per finire un commento: se questi pupazzetti continuano a farci spendere così tanto, forse è ora di chiederci se siamo noi a collezionarli o se sono loro a collezionare noi – una critica leggera al nostro debole per le mode effimere!