Sveglia, Italia! Gli studenti della maturità 2025 tra poesie rivoluzionarie e caos storico – Pasolini e Borsellino fanno tremare i banchi!
Maturità2025 #EsameDiStato #PasoliniRegna – Oggi, 18 giugno, ben 524.415 studenti italiani si sono tuffati nel caos della prima prova scritta, il tema di italiano. Tra tracce epiche che vanno dalla poesia acerba di Pier Paolo Pasolini a omaggi al magistrato antimafia Paolo Borsellino, passando per "Il Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa, è un mix di storia, rispetto e indignazione social che potrebbe far saltare i nervi. Chi l’avrebbe detto che "rispetto" – parola del 2024 secondo Treccani – sarebbe diventata la traccia più ironica in un mondo dove tutti urlano online senza ascoltarsi?
Ma andiamo al sodo: per l’analisi del testo, Pasolini e Tomasi di Lampedusa rubano la scena. La poesia di Pasolini, "Appendice 1" da "Dal diario" (1943-1944), mostra già un giovane poeta con una coscienza critica da urlo, riflettendo sui giovani persi nel mondo frantumato dalla Seconda Guerra Mondiale. Ecco i versi che picchiano duro: Mi ritrovo in questa stanza col volto di ragazzo, e adolescente, e ora uomo. Ma intorno a me non muta il silenzio e il biancore sopra i muri e l’acque; annotta da millenni un medesimo mondo. Dall’altra parte, un estratto da "Il Gattopardo" ci porta nella Sicilia decadente, con la visita di Angelica alla famiglia dei principi di Salina – un classico che ha conquistato il grande schermo con Visconti, e ora una serie TV che sta facendo impazzire tutti.
Passiamo alle tracce argomentative, che sono un pugno nello stomaco. Prima, gli anni Trenta: tratto dal libro di Piers Brendon, è un viaggio nel decennio che ha sventrato il mondo con disoccupazione da crisi del ’29 e regimi totalitari che ti fanno pensare, "Come diavolo ci siamo arrivati senza accorgersene?" – proprio come quella storiella della rana bollita. Poi, la seconda traccia sul "Rispetto", basata sull’articolo di Riccardo Maccioni, eletta parola del 2024 per la sua urgenza in un’era dove sembra sparita, ma dài, chi ci crede davvero? Infine, l’antropocene con Telmo Pievani: un testo che sbatte in faccia l’impatto ambientale e la cementificazione, facendoci riflettere su quanto stiamo rovinando il pianeta – e forse meritiamo un timeout.
Non finisce qui: le tracce di attualità sono micce pronte a esplodere. La prima ricorda Paolo Borsellino con "I giovani, la mia speranza", un appello del ’92 per combattere la mafia attraverso la legalità – perché, diciamocelo, i giovani devono smettere di chiacchierare e agire sul serio. L’altra si focalizza sull’indignazione social, ispirata al testo di Anna Meldolesi e Chiara Lalli: un’analisi su come i social ci facciano infuriare per niente, chiedendosi se serva a qualcosa in questo mondo di contenuti tossici. Insomma, quest’esame è un rollercoaster di emozioni – chissà quanti studenti lo stanno già maledificando! #StudentiInRivolta #CulturaCheBrucia