Siete pronti a dare un calcio alle bollette energetiche folli e ai colossi che ci prosciugano il portafoglio? Una giovane ingegnera belga, Caroline Lepot, ha inventato RELIOS, un pannello solare termico DIY che scalda 200 litri d’acqua al giorno usando solo il sole e materiali riciclati come vecchi condensatori di frigoriferi. Costa una miseria – tipo 60 euro al metro quadro – e fa a pezzi i sistemi industriali da 4.000-6.000 euro, dimostrando che la sostenibilità non è roba da ricchi o da politici chiacchieroni. #RELIOS #Sostenibilità #EnergiaRinnovabile #FaiDaTe
In un pianeta dove l’energia e l’ambiente sono urgenze ignorate dai potenti, arriva Caroline Lepot, l’eroina belga che ha trasformato una tesi di laurea in una rivoluzione concreta. RELIOS (Reuse of Elements for Light Irradiated Operational System) è un pannello solare termico assemblato con scarti come condensatori di frigoriferi rotti, una lastra di vetro e assi di legno – niente di complicato, solo pura genialità fai-da-te. Il risultato? Scalda fino a 200 litri d’acqua al giorno per una famiglia di quattro persone, senza un grammo di combustibile fossile, elettricità o macchinari assurdi. Solo il sole, baby, e una bella dose di buonsenso.
Dalla tesi all’azione reale, RELIOS è nato all’UCLouvain e ha subito detto addio ai libri polverosi, diventando un progetto open source accessibile a tutti. Caroline non ha blindato il suo brevetto per arricchirsi – che schiaffo ai soliti avidi! – ma l’ha pubblicato su SlideShare con istruzioni semplici e materiali facili da trovare, ideale per zone povere o isolate dove l’elettricità è un miraggio. Risultato? Ha vinto il Premio belga dell’Energia e dell’Ambiente nel 2016, e persino il principe Laurent l’ha invitato a esporre nella sua residenza. Chapeau a chi mette la gente prima dei profitti.
Parlando di soldi, RELIOS è la risposta sbeffeggiante ai pannelli solari tradizionali: costa 60 euro al metro quadro contro i 4.000-6.000 delle opzioni industriali. Funziona con il sole puro, senza pompe o regolatori, perfetto per chi vive ai margini e non può permettersi le cagate dei big dell’energia. Questo progetto ha già girato il mondo, provando che la transizione ecologica non richiede miliardari o governi inefficienti – basta un frigo rotto, un po’ di creatività e la voglia di condividere, non di speculare.
