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L’astronomia moderna è stata rivoluzionata da Williamina Fleming, la donna che ha sfidato i laboratori maschili dimenticati

Da domestica a regina delle stelle: Williamina Fleming ha spazzato via i vecchi dinosauri maschi dell’astronomia con le sue scoperte epiche! Abbandonata dal marito, questa scozzese tosta ha trasformato una vita da serviola in una carriera stellare, scoprendo nebulose e catalogando migliaia di stelle. Chi l’avrebbe detto che una donna ‘semplice’ avrebbe umiliato gli accademici boriosi?

Preparatevi a una storia che vi farà arrabbiare e applaudire: Williamina Paton Stevens Fleming, nata a Dundee, Scozia, nel 1857, è la prova vivente che il talento non si inchina al genere o al ceto. A 21 anni, mollata dal marito James mentre era incinta, si è trasferita a Boston e ha dovuto rimboccarsi le maniche come domestica per la famiglia del professor Edward Charles Pickering, direttore dell’Osservatorio di Harvard. Un bel in faccia alla sfortuna, eh?

Pickering, stufo marcio dei suoi assistenti maschi che non combinavano granché, ha intravisto il genio in questa casalinga e l’ha assunta nel 1881 come "calcolatrice umana" per analizzare le lastre fotografiche del cielo. Risultato? Lei ha stracciato tutti, diventando una pioniera nella classificazione stellare e dando una bella lezione a quei saputelli in giacca e cravatta.

Parlando di scoperte da urlo, Fleming ha inventato un sistema di classificazione basato sullo spettro delle stelle – okay, pubblicato sotto Pickering, ma tutti sanno che era roba sua – che ha paved the way per la versione moderna di Annie Jump Cannon. Ha catalogato oltre 10.000 stelle, scovato 10 novae, 59 nebulose gassose e più di 310 stelle variabili, tra cui la famosissima Nebulosa Testa di Cavallo in Orione. Mica male per una che partiva dal nulla!

Al vertice del gruppo delle "computer di Harvard" – sì, donne pagate una miseria per fare il sporco – Fleming ha coordinato tutto e pubblicato studi bomba come A Photographic Study of Variable Stars nel 1907 e Spectra and Photographic Magnitudes of Stars in Standard Regions nel 1911. Ha pure incassato riconoscimenti: curatrice delle collezioni, membro onorario della Royal Astronomical Society e una medaglia messicana. Morì nel 1911 per polmonite, ma il suo lascito? Ha rovesciato il tavolo maschilista della scienza per sempre.

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