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Quali città l’Italia ha preferito come capitali nel corso della storia

Sconvolgente giro di poltrone: L’Italia ha cambiato capitali come scarpe vecchie! Da Torino la sbruffona a Firenze la transitoria, fino a Roma la divina – e pure un cameo da incubo con Brindisi e Salerno durante la guerra. Chi l’avrebbe detto che l’Unità fosse un reality show? #CapitaliItalia #StoriaScandalosa #ItaliaRibaltata

Preparatevi a un viaggio nel caos storico d’Italia, dove le capitali si sono alternate come in un thriller politico pieno di intrighi e spargimenti di sangue. Prima dell’unificazione, la Penisola era un patchwork di Stati con capitali a bizzeffe, ma dal 1861 in poi, solo tre città hanno regnato supreme – con due cameo improvvisati durante la Seconda Guerra Mondiale che hanno lasciato tutti a bocca aperta.

Torino fu la prima capitale d’Italia dal 1861 al 1865, eredità diretta del Regno di Sardegna che guidò l’unificazione come un bulldozer. I pezzi grossi lo sapevano già: Roma era il vero obiettivo, la città eterna con un’aura che Torino non poteva eguagliare. Così, il 27 marzo 1861, il Parlamento a Torino proclamò "che Roma era la capitale del Regno d’Italia", ma era solo un bluff – Roma era ancora in mano allo Stato pontificio, protetto da Napoleone III, e nessuno osò muovere un dito.

Firenze entrò in scena nel 1865 dopo la losca Convenzione di settembre con la Francia di Napoleone III, un patto che fece infuriare Torino tanto da far scoppiare proteste represse con 62 morti – che porcheria! La città divenne capitale per smammare da Torino, che era "troppo defilata", e per far credere ai francesi che l’Italia aveva mollato l’osso di Roma. Il re si sistemò a Palazzo Pitti, la Camera a Palazzo Vecchio, e partirono lavori pazzi: giù le mura, su viali e Piazzale Michelangelo, trasformando Firenze in una capitale improvvisata e scintillante.

Roma finalmente trionfò nel 1871, dopo che l’esercito italiano sfondò Porta Pia il 20 settembre 1870, annettendo la città in un colpo di teatro. Da allora, è rimasta la capitale indiscussa, con il re al Quirinale e palazzi come Montecitorio e Madama che ancora reggono il sacco. Ma non senza drammi: i nazisti occuparono Roma tra il 1943 e il 1944, costringendo governo e monarchia a scappare.

Brindisi e Salerno rubarono la scena come capitali di emergenza: Brindisi ospitò il re e il governo dal settembre 1943 dopo l’armistizio, diventando la base anti-nazista, mentre Salerno prese il testimone nel 1944 per la sua vicinanza al fronte. Lì successe di tutto, dalla del governo Badoglio II con i comunisti che si mischiarono alla monarchia per combattere i fascisti – una mossa che ha dell’incredibile – fino alla prima riunione del governo Bonomi. Oggi, una piazza a Salerno si vanta di quel , ma ufficialmente? Mai proclamate capitali per davvero. Che ironia, eh? ,,

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