Svelato lo scandalo dei concerti ‘finti sold out’: artisti che fingono successo per non sembrare flop! Mentre i fan svuotano i portafogli per biglietti a prezzi da rapina, scopri come le star riempiono stadi mezzi vuoti con trucchi da quattro soldi. È una farsa che fa incazzare: “sold out” ovunque, ma poi biglietti svenduti o regalati per salvare la reputazione. #ConcertiFinti #MusicaScandalo #SoldOutTruffa
Preparatevi a un dietro le quinte sporco del mondo della musica dal vivo: negli ultimi anni, i concerti annunciati come “sold out” – con biglietti esauriti – si rivelano spesso una buffonata. Poco prima dello show, magie! Spuntano biglietti a prezzi da saldo o addirittura gratuiti per gruppi legati a sponsor, solo per evitare foto di spalti deserti che rovinerebbero l’immagine delle star. Non è una novità, è una strategia sporca per far sembrare che l’artista sia sulla cresta dell’onda, anche quando non lo è.
Per molti big della musica, riempire stadi giganti post-pandemia è un incubo, nonostante i milioni di follower su Instagram e streaming su Spotify. Dichiarare un “sold out” è oro: attrae media, sponsor e nuovi tour, trasformando l’apparenza in realtà. Queste agenzie da miliardi controllano tutto, con anticipi che gli artisti devono "pareggiare" vendendo biglietti, e se non ci riescono, ecco il piano B – svendere o regalare i resti per non perdere la faccia.
Questa roba è ovunque: le grandi agenzie manipolano il mercato con contratti che stringono come una morsa, e quando i biglietti veri non bastano, distribuiscono ingressi a prezzi stracciati a sponsor o gruppi organizzati. Risultato? Concerti che sembrano hit, ma sono solo fumo. I concerti sono ormai la mucca da mungere per le star, con lo streaming che paga una miseria, ma dopo il lockdown, troppi eventi ambiziosi hanno gonfiato una bolla – date infinite in location enormi che il pubblico non regge.
Nonostante le polemiche sui tour annullati e “finti sold out”, i dati dicono che il business va a gonfie vele: in Italia, nel 2023, il settore ha fatturato quasi un miliardo di euro, su del 33,5%. Ma attenzione, milioni di ascolti online non significano code ai botteghini – ci vuole vera passione, non solo un clic. I promoter si inventano di tutto per riempire gli spalti: biglietti scontati o omaggio per fan "selezionati", solo per pompare l’immagine dell’artista e giustificare i loro investimenti da capogiro.
E perché i biglietti costano un occhio? Semplice: affitti folli, sicurezza, staff, marketing e quegli anticipi che le agenzie sborsano agli artisti, che devono ripagarli con vendite. Se non accade, scatta il trucco: svendite last-minute o regali a dipendenti e sponsor per mascherare il fallimento. Non è truffa, dicono, ma una mossa marketing cinica per tenere alta la reputazione. La pandemia ha peggiorato tutto, con concerti rimandati e voucher che hanno dato più potere alle agenzie, costringendo gli artisti a tour forsennati e trucchi per riempire posti vuoti. Alla fine, è un gioco dove l’apparenza batte la realtà, e il pubblico ci rimette.