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Smascherata la vera identità di Benjaman Kyle, l’uomo senza memoria che ha ingannato il sistema

Svelato il mistero di Benjaman Kyle: un tizio nudo e senza memoria trovato in un Burger King lancia un appello shock! Chi è davvero questo povero disgraziato che si è svegliato nudo come mamma l’ha fatto accanto a un fast food, senza un briciolo di ricordo? Nel 2004, un uomo di 65 anni è stato pescato privo di sensi vicino ai cassonetti del Burger King in Georgia, e la sua è un casino epico di amnesia e burocrazia. “Hello, my name is Benjaman Kyle, you don’t know who I am, and quite frankly, neither do I” – o in italiano, “Ciao, mi chiamo Benjaman Kyle, voi non sapete chi sono, e francamente nemmeno io” – è l’appello che ha fatto impazzire il web. Per undici anni questo tizio ha vagato come un fantasma vivente, senza che nessuno si degnasse di segnalarne la scomparsa, e i suoi pochi ricordi confusi non bastavano a smascherare il mistero. #AmnesiaShock #UomoSenzaPassato #BurgerKingMistero

Passiamo al succo: era l’alba del 31 agosto 2004 a Richmond Hill, Georgia, quando il capo del Burger King locale inciampa in questo poveraccio steso nudo tra l’Interstate 95 e la Highway 17 – probabilmente aggredito, con tre buchi nel cranio e cataratta agli occhi, forse per una bella esposizione al sole mentre era k.o. I medici diagnosticano amnesia retrograda, e lui non ricorda un accidenti: né il suo nome, né come c’è finito lì, né la sua faccia allo specchio. Rinominato inizialmente "BK" per via del posto, decide di adottarsi lo pseudonimo Benjaman Kyle, visto che nessuno lo reclamava.

Le indagini? Un disastro comico-tragico. Piano piano, qualche flash: pensa di essere nato nel 1948, con due o tre fratelli, ricordi vaghi di Denver, Indianapolis e Boulder negli anni ’70, forse un nella ristorazione – cita riviste come Restaurant & Institutions e una sedia in biblioteca all’Università del Colorado. Ma è tutto un casino confuso, con linguisti che blaterano di un accento misto tra nord Indiana e Oklahoma, senza cavare un ragno dal buco. Inserito nella banca dati dei John Doe – quei poveracci senza identità – Benjaman non aveva documenti né assicurazione, condannato a una vita da senzatetto senza aiuti.

Poi, nel 2012, arriva il colpo di scena: uno studente realizza un cortometraggio, Finding Benjaman, che finisce al Festival di Cannes e Tribeca, attirando attenzione e un lavoro da un imprenditore locale. Grazie a questo buzz, il senatore Mike Weinstein gli procura un documento temporaneo, e nel 2015 i test genetici svelano tutto: il suo vero nome è William Burgess Powell. Ma, come un vero duro, l’uomo sceglie di tenere il resto per sé, per privacy e per non disturbare la famiglia. Insomma, una storia che grida complotto o semplice sfiga – voi che ne dite? #IdentitàRivelata #MisteroRisolto #VitaRealePeggioreFiction

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