Sensationale recupero robotico: l’albero da record del superyacht Bayesian è riemerso dall’abisso siciliano come per magia! Chi pensava che un palo di 72 metri potesse essere tirato su da 49 metri di profondità senza un solo eroe subacqueo? Con robot high-tech che fanno il lavoro sporco, evitando rischi umani – perché, diciamocelo, chi vuole bagnarsi in quelle acque per indagare un disastro che ha mandato a fondo 7 vite? #BayesianTragedia #RecuperoEpico #TechSottomarina
In una mossa da film di spionaggio, l’albero maestro più alto al mondo è stato estratto dal relitto dello yacht Bayesian, affondato il 19 agosto 2024 vicino a Palermo, e portato a Termini Imerese per le solite indagini della Procura. Niente sub in acqua, solo ROV – quei robot filoguidati che sembrano usciti da un videogame – hanno gestito tutto, creando un precedente che fa drizzare i peli anche ai più tosti dei sommozzatori. Palloni idrostatici hanno poi tenuto a galla l’enormità, perché, diamine, chi ha detto che la tecnologia non può essere pure poetica?
Quando lo yacht si è rovesciato sul fianco destro, con albero e boma attaccati come zavorra extra, i tecnici l’hanno tagliato con robot armati di cavi diamantati – roba che fa impallidire un tagliaboschi. Poi, su una chiatta come la Hebo Lift 2, una gru ha fatto il resto: prima fissando una fascia sulla corona dell’albero, usando l’altro capo come perno nel fondale per raddrizzarlo come un gigante che si sveglia. Risultato? L’albero è spuntato dall’acqua per oltre 20 metri, bloccato sul pontone prima di essere girato in posizione orizzontale e trainato via.
Passando ai protagonisti robotici, i due ROV della Saab – Panther-XT Plus e Cougar-XTi – hanno rubato la scena. Il Panther, con i suoi 10 motori e manipolatori da "braccia meccaniche", è un bestione di 800 kg capace di scendere fino a 800 metri, equipaggiato con fotocamere, sonar e attrezzi per tagliare e pulire. Non da meno il Cougar, più piccolo ma tosto fino a 2000 metri, che ha supportato le operazioni sullo scafo. Insomma, questi aggeggi hanno trasformato un incubo subacqueo in un successo virale, dimostrando che a volte, i robot sono più affidabili degli umani – e decisamente meno pettegoli! 😏