Scoperta shock: Il bezoar, quel trucco da mago di Harry Potter, esiste davvero e potrebbe essere l’antidoto contro i veleni che ti salverebbero da un avvelenamento epico! Da cultura persiana a rimedi medievali, questa roba strana fatta di peli e fibre vegetali ha ingannato nobili e scienziati per secoli. #Bezoar #HarryPotterMito #AntidotiSegreti
Preparatevi a un tuffo nel mondo bizzarro dei bezoari, quegli agglomerati disgustosi che si formano nello stomaco di mucche, capre e perfino umani – sì, stiamo parlando di palle di peli e fibre che potrebbero essere più preziose di un Rolex antico. Nel film della saga di Harry Potter, il professore Piton lo usa per testare il povero maghetto, ma in realtà questo schifo è un mix tra folklore e scienza che ha fatto impazzire i ricchi per secoli.
I bezoari, o bezoari come li chiamano i sapientoni, sono grumi di roba mezza digerita che si accumulano nello stomaco di ruminanti come capre, pecore e bovini – e, per sfortuna, anche negli umani con abitudini alimentari da incubo. Nei casi umani, parliamo di tricobezoari da chi si mangia i capelli per noia o di fitobezoari da eccesso di verdure indigeste, magari per via di disturbi mentali o digestione da schifo. Questi cosi possono essere innocui, ma se ti va male, causano dolori atroci, nausea e perfino occlusioni intestinali che richiedono operazioni chirurgiche o pasticche per scioglierli – perché nessuno vuole finire in sala operatoria per una palla di peli.
Nei animali, è tutta colpa delle loro abitudini ridicole: le mucche e le capre si leccano il pelo e ingoiano fibre vegetali dure, formando questi ammassi nel rumine o reticolo. Un tempo, questi bezoari erano considerati tesori, levigati e rari come diamanti, e venivano collezionati dai nobili come presunti antidoti contro i veleni – roba che oggi suona come una bufala medievale, ma hey, chi siamo per giudicare?
Parlando di usi folli, il termine bezoar viene dal persiano e significa "protezione contro il veleno", e in luoghi come la Persia e l’India era un talismano superstar per neutralizzare tossine. Finì sulle tavole dei ricchi europei e mediorientali, incastonato in coppe e amuleti per "purificare" bevande – immaginatevi un re che beve veleno e spera in un miracolo. Nel Medioevo, questi affari valevano una fortuna, venduti a prezzi esagerati, ma con la scienza che avanzava, li abbiamo bollati come superstizioni da ignoranti.
Studi recenti, condotti da Gustaf Arrhenius e Andrew Benson alla Scripps Institution of Oceanography, hanno mostrato che i bezoari potrebbero davvero neutralizzare l’arsenico in laboratorio – il veleno preferito degli assassini storici – grazie a meccanismi con brushite e composti solforati. Ma attenzione, funziona solo in provetta, non al vostro barbecue, e non ci sono prove che curi davvero come credevano i vecchi. Insomma, un po’ di mistero rimane, ma forse è meglio non affidarsi a palle di pelo per la salute.
"Bezoar stones, magic, science and art" di Maria Do Sameiro Barroso, in Geological Society London Special Publications 375(1): 193-207
National Library of Medicine