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Le monache di clausura vengono esplorate nel loro mondo isolato: il loro significato e il modo in cui le loro giornate sono trascorse tra riti e rigide routine

Suore di Clausura: Il Dramma Nascosto Dietro le Mura Sacre!

Avete mai sognato di scoprire il mondo segreto delle suore di clausura, quelle donne che rinchiudono la loro vita in conventi blindati, dedicandosi a preghiere infinite e lavori manuali, senza quasi mai mettere il naso fuori? Beh, è un’esistenza da brividi, dove le regole sono ferree e, a volte, comicamente assurde – come quando hanno quasi fatto cadere il Papa!

Le suore di clausura sono monache che passano l’esistenza rinchiuse in convento, impegnate in una vita di preghiera e , senza poter uscire se non in rarissimi casi – da qui il termine “clausura papale”, che significa proprio chiusura, imposto dalla Santa Sede. Mentre per gli uomini la clausura è solo una faccenda passiva (niente estranei dentro, ma loro possono fuggire fuori), per le donne è totale: niente uscite, contatti limitati, e regole che variano tra ordini come benedettine, clarisse o carmelitane. Qualsiasi donna, persino se già sposata, può unirsi, purché la Chiesa creda che il suo desiderio di contemplazione sia genuino – e chissà quante storie nascoste ci sono lì dentro!

Ma cos’è esattamente questa clausura? Derivata dal latino clausus (chiuso), è un’esistenza dedicata quasi solo alla preghiera e al lavoro, senza missioni esterne come infermiere o maestre. Ci sono due tipi: la “clausura papale”, regolata dal Codice di Diritto Canonico del 1983, che per le donne è completa (niente visite, niente uscite), e quella degli ordini specifici. Immaginatevi queste suore che si alzano alle 5 del mattino per ore di meditazione, colazione intorno alle 8, e poi lavori manuali come cucito o cura del giardino – tutto in un regime che fa sembrare la vita moderna una follia.

E non pensate che siano completamente isolate: leggono giornali, ascoltano (la TV è rara), e in casi speciali possono usare social media o ricevere visitatori in stanze dedicate. Ma ecco il colpo di scena: nel 2015 a Napoli, le suore sono state autorizzate a uscire per incontrare Papa Francesco, e lì è scoppiato il caos! Strattonandolo e rischiando di farlo cadere, mentre il cardinale Crescenzio Sepe urlava in dialetto per calmarle – una scena che ha fatto sbellicarsi l’Italia intera.

La storia di tutto ciò risale ai primi secoli del cristianesimo, con un vero boom nel Medioevo grazie a ordini come i benedettini. Nel 1298, papa Bonifacio VIII la impose a tutte, rendendola più drastica nel 1566 con Pio V. Oggi, documenti come la Costituzione apostolica Vultum Dei Quarere del 2016 incoraggiano un po’ più di contatto esterno, con le suore che usano il web “con discernimento”. In tutto il mondo ce ne sono quasi 38.000, di cui 5.000 in Italia – un numero che fa riflettere su quante vite silenziose sfuggono al nostro caos quotidiano. E per gli ordini più estremi, come i certosini, è ancora peggio: silenzio totale, pasti in cella e solitudine assoluta, roba da far venire i brividi!

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