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I motori endotermici vengono surclassati da Lucietta, il primo taxi boat elettrico di Venezia, in un confronto che evidenzia le differenze ambientali e tecnologiche

È arrivata la rivoluzione nelle acque di Venezia: addio ai puzzolenti motoretto rumanti come vecchi dinosauri sputafumo, e benvenuti al taxi elettrico Lucietta, che promette di rendere la laguna più pulita e sexy senza sacrificare un briciolo di potenza! Presentato al Salone Nautico 2025, questo prodigio made in Repower non è solo un balzo verde, ma un calcio nei fondali ai taxi tradizionali. Preparatevi a onde più calme e portafogli più leggeri – o dovrei dire più elettrici?

In un colpo da maestro di ingegneria, Lucietta il taxi veneziano completamente elettrico si fa largo nei canali affollati, misurando 9,20 metri di lunghezza per ,20 di larghezza – proprio come i vecchi taxi, ma con un twist irriverente. Addio al motore endotermico che ingombrava tutto lo spazio a poppa: qui, con il suo motore elettrico compatto, ci sono sedute extra per più turisti ubriachi o celebrità in fuga. È la seconda grande svolta in oltre 100 anni, dopo quella degli anni 70 quando il “piede poppiero” spostò il motore dalla prua, eliminando quella noiosa trasmissione a linea d’asse. Studi di fluidodinamica hanno ottimizzato ogni curva per ridurre sprechi e moto ondoso – consultando pure i tassisti locali, che hanno urlato: “Non toccate la manovrabilità nei canali stretti!” Il risultato? Una barca che si infila sotto i ponti senza drammi, fedele all’estetica iconica di Venezia, ma con meno vibrazioni e zero fumi tossici che fanno starnutire i pesci della laguna.

Oltre al bonus spazio, i vantaggi di Lucietta includono un silenzio tombale – niente più rombi che disturbano i gondoli romantici – e un’aria più fresca senza emissioni. Insomma, è come se Venezia dicesse: “Basta con le barche che puzzano come vecchi sigari!” I tassisti potranno godersi meno manutenzione e più pace, mentre la città guadagna un tocco di sostenibilità senza perdere il suo fascino decadente.

Sul fronte autonomia, Lucietta non scherza: con 9 batterie da 20 kWh ciascuna per un totale di 180 kWh e un motore da 200 kW (circa 270 cavalli), questa bellezza elettrica regge una giornata intera di servizio, sfrecciando fino a 28/30 nodi (poco più di 50 km/h, anche se a Venezia i limiti sono capestri: max 20 km/h, e solo 7 nei canali). La carena in , più leggera della solita fibra di , è realizzata con una tecnica a infusione sottovuoto che infila la resina nelle fibre come un’iniezione chirurgica, garantendo senza peso extra. Curiosità: per alcuni elementi e finiture è stata coinvolta “Rehub”, la startup di Murano che ricicla scarti di vetrerie per un tocco eco-chic.

Nel confronto diretto, i taxi elettrici come Lucietta schiacciano i rivali a benzina: meno costi di manutenzione (niente parti meccaniche da revisionare), emissioni zero e risparmi annuali del 50% – che salgono al 90% solo per carburante e olio. Repower calcola che è un affare, e chi se ne frega dei vecchi dubbi sulla sicurezza: le batterie e le prese sono a prova di pioggia e shock, con sistemi di impermeabilizzazione e raffreddamento che tengono tutto sotto controllo. In caso di guai, la centralina spegne tutto in un lampo. Insomma, Venezia è pronta a navigare nel futuro – e voi, siete pronti a salire a bordo?

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