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La mappa nascosta degli autovelox in Italia svela come i cittadini vengano spiati per le multe quotidiane

Svelato lo scandalo degli autovelox in Italia: la Lega fa piazza pulita delle trappole per multe! Basta con i comuni che ci spennano per fare cassa, ora tutti i rilevatori di velocità saranno mappati e resi pubblici. Autovelox non censiti? Invalidi e inutili! #Autovelox #MulteIngiuste #TrasparenzaItalia #SicurezzaStradale

Preparatevi, perché l’emendamento al Decreto Infrastrutture, spinto dalla Lega e approvato dalla Camera dei Deputati il 10 luglio, sta per rivoluzionare la caccia alle multe in Italia. Tutti gli autovelox sparsi per il Belpaese dovranno essere censiti dai 7.896 Comuni, che dovranno inviare i dati al Ministero dei Trasporti per una pubblicazione online accessibile a tutti. L’obiettivo? Una trasparenza che fa tremare i sindaci accusati di piazzare questi aggeggi non per la sicurezza, ma per riempirsi le tasche con i soldi delle sanzioni.

E attenzione: qualsiasi dispositivo non censito entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge sarà considerato inutilizzabile, rendendo nulle le multe emesse. Insomma, se i Comuni non si sbricano a registrare tipo, marca e modello, addio a quelle belle entrate extra. Questo emendamento mira a regolamentare un sistema che finora ha funzionato come una lotteria, con stime folli tra i 15.000 e 20.000 autovelox in circolazione – fissi, mobili, tutor o quel maledetto scout speed della Polizia.

Con il nuovo Decreto, non solo gli automobilisti sapranno esattamente dove sono posizionati questi trabocchetti, ma ci saranno più severe: i cartelli di segnalazione dovranno essere a 200 metri sulle strade extraurbane e 75 metri su quelle urbane, ben visibili e senza fronzoli. Niente più avvisi vaghi come “controllo elettronico della velocità” che non specificano distanze o posizioni precise – una mossa che smaschera le solite furbate delle amministrazioni.

Fino a ora, Comuni e Province hanno installato questi congegni quasi senza controllo, bastava un’autorizzazione dal Ministero e via, senza troppe domande. Ora, con l’arrivo di modelli sempre più high-tech, dal tutor che misura la velocità al scout speed che becca auto in entrambi i sensi, il caos è servito. E per chi si chiede di Google Maps: può segnalare zone a rischio, ma solo come info generica, senza rovinare i controlli.

Ma ecco la grana dell’omologazione: il Decreto non risolve del tutto il pasticcio della sentenza della Corte di Cassazione del 2024, che vuole gli autovelox non solo “autorizzati” ma pienamente omologati per rendere valide le multe. La distinzione è chiara – approvazione è un via libera veloce, omologazione è il vero esame rigoroso – e il censimento punta a separare i buoni dai cattivi, cercando di rendere tutto conforme. Chissà se questo basterà a fermare le solite manovre dei burocrati!

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