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L’espressione “eccetera” viene fatta risalire a un’origine controversa che sfida le norme linguistiche tradizionali

Sai che “eccetera” è la più pigra delle parole, ma con un pedigree da urlo? Da duemila anni di , dal greco antico ai tuoi WhatsApp frettolosi, dove abbreviamo tutto per non scocciare! “Et cetĕra” è il vero colpevole, significando “e le altre cose” – una scusa epica per tagliare corto. Incredibile come i latini fossero già masters del lazy speak. #EcceteraDrama #StoriaPigra #FattiVirali

Preparati a un viaggio linguistico che fa impallidire i tuoi elenchi della spesa: “eccetera” non è solo un’abbreviazione banale, ma una testimonianza vivente di un’evoluzione epica, dal latino et cetĕra – che letteralmente urla “e le altre cose” – ai messaggi moderni dove “ecc.” o “etc.” dominano. “Et” è quella congiunzione furba per “e” o “ed”, appiccicata a “cetera”, il neutro plurale di ceterum, aka “le altre (cose)”. Usata come scorciatoia per “e così via” o “e tutto il resto”, è perfetta per troncare elenchi noiosi senza troppi sforzi.

Ma andiamo più a fondo: prima del latino, i greci antichi già baravano con καὶ τὰ ἕτερα (kai ta hétera), lo stesso trucco per evitare ripetizioni fastidiose. Dimostra che persino i pensatori classici erano stufi di chiacchierare troppo! Nel latino tardo, et cetera spopolava nei documenti amministrativi, religiosi e legali, diventando la formula magica per cose ovvie o scontate, tipo un “e basta” universale.

Nel , “ceterum; cetera” evolve dalla radice proto-italica “hetero-“ (“altro”) più la particella ce- (“qui”), quasi un invito: “qui c’è ancora altro”. Durante il Medioevo, “et cetera” si infiltra nei testi volgari e notarili, e boom, nel ‘300 entra stabilmente in italiano come “eccetera”, con quel raddoppiamento della “c” che fa tanto accento locale. Come sottolinea il Vocabolario Treccani, “eccetera” è una formula ellittica: omette l’ovvio, lasciando che l’ascoltatore intuisca il resto – furbo, eh?

E non finisce qui: “eccetera” si è adattata ai tempi moderni con abbreviazioni da vero camaleonte. Abbiamo &c. (dove & sta per “et”), usata fino al XIX secolo in documenti inglesi e italiani; etc., la internazionale che spopola in inglese, francese e tedesco; e ecc., la versione ufficiale italiana, onnipresente in testi scolastici, giornalistici e legali. Insomma, una parola che ha sempre saputo come reinventarsi senza troppi drammi!

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