In un’era di crescente allarme ambientale, i processi di ossidazione avanzata (AOP, acronimo di Advanced Oxidation Processes) stanno rivoluzionando la lotta contro gli inquinanti organici persistenti. Questi metodi, affermati negli ultimi decenni, generano specie ossidanti altamente reattive come i radicali idrossilici (•OH), che abbattono con incredibile efficacia composti inquinanti resistenti, trasformandoli in prodotti innocui come biossido di carbonio, acqua e sali minerali.
Tecnologie Avanzate in Azione
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I processi di ossidazione avanzata includono una varietà di tecnologie accomunate dall’obiettivo di generare specie ossidanti altamente reattive per degradare composti organici resistenti. Tra le principali, l’ossidazione mediante ozono (O₃), da solo o combinato con acqua ossigenata (H₂O₂) o raggi ultravioletti, produce radicali idrossilici per abbattere contaminanti complessi. Il processo Fenton utilizza H₂O₂ e un sale ferroso (Fe²⁺) per ossidare substrati organici, mentre il foto-Fenton amplifica l’efficienza con irraggiamento UV-visibile. L’ossidazione UV/H₂O₂ genera radicali idrossilici per purificare acque senza sottoprodotti pericolosi, e la fotocatalisi eterogenea con biossido di titanio (TiO₂) sfrutta la luce solare per mineralizzare contaminanti. Processi come l’ossidazione elettrochimica e quelli combinati, come ozono/UV o UV/TiO₂, sfruttano sinergie per una degradazione potenziata.
Impatto Ambientale Rivoluzionario
I processi di ossidazione avanzata trovano impiego in contesti cruciali come il trattamento delle acque reflue industriali, dove rimuovono composti organici persistenti e tossici, migliorando la qualità dell’acqua. Nella potabilizzazione, affrontano microinquinanti emergenti come pesticidi e farmaci, contribuendo a un’acqua sicura. Per la bonifica di siti contaminati, mineralizzano inquinanti in suoli e acque sotterranee, mentre nel trattamento delle acque di processo riducono il consumo idrico per una maggiore sostenibilità. Inoltre, applicazioni come la fotocatalisi solare offrono una frontiera promettente, utilizzando energia rinnovabile per degradare contaminanti senza costi energetici elevati, allineandosi con obiettivi di economia circolare. Il metodo UV garantisce efficienza ottimizzata, influenzata da fattori come la trasparenza dell’acqua, e combatte inquinanti come 1,4-diossano, NDMA, prodotti farmaceutici, sostanze chimiche interferenti endocrine, solventi industriali, pesticidi ed erbicidi, trasformandoli in composti innocui.