Terremoto da brividi in Alaska: un mostro di magnitudo 7.3 ha sferzato la regione a poche miglia dalle coste, con un’ipocentro superficiale a soli 21 km di profondità. Seguito da una raffica di 40 scosse tra 2.0 e 5.0, ha fatto scattare un’allerta tsunami (rapidamente ritirata, per fortuna). In un’area sperduta e desolata, nessun ferito o danni – chissenefrega delle infrastrutture laggiù, vero? #TerremotoAlaska #TsunamiPaura #NaturaCattivella
Ma andiamo al sodo: i numeri non quadrano del tutto, con l’United States Geological Survey che spara 7.3, mentre l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ribatte con un 7.0 – piccole divergenze, certo, ma chissà se è solo un casino di misurazioni imprecise. Ah, i bei vecchi litigi scientifici che ci fanno dubitare di tutto! L’Alaska, terra di ghiacci e vibrazioni, non è certo nuova a queste buffonate geologiche: si trova proprio sul confine tra la placca Pacifica e quella Nord Americana, dove la prima si infila sotto la seconda come un bullo in un bar.
Guardando quella mappa dell’USGS, piena di pallini che rappresentano i terremoti storici, è un trip da far invidia a un videogioco apocalittico – i pallini più grossi e scuri indicano i mostri più profondi e potenti. E in alto a destra? Eccolo lì, il secondo terremoto più forte di sempre, quello del 1964 con un assurdo 9.2 di magnitudo, che deve aver fatto ballare gli orsi come in una disco degli anni ’70. Insomma, l’Alaska è un polverone sismico vivente, e stavolta ce la siamo cavata con una strizzata d’occhio. Che commento: la natura è una pazza scatenata, e noi siamo solo ospiti non invitati! 😏
Per approfondire l’argomento sulla fonte originale