Tesoro sommerso in Turchia: un relitto antico zeppo di ceramiche che sfidano il tempo e fanno invidia ai cacciatori di tesori! Immaginate: sotto le acque cristalline di Adrasan, in Turchia, un’antica nave mercantile di 2000 anni fa ha sputato fuori centinaia di ceramiche perfette, come se il tempo si fosse dimenticato di invecchiare. Un vero e proprio colpo di fortuna per gli archeologi – e un affronto a quei politici che ancora si vantano di “eredità culturali” senza scavare sotto la sabbia. #ArcheologiaSubacquea #TesoriAntichi #TurchiaMisteriosa
Nel profondo blu della costa turca, vicino ad Adrasan nel distretto di Kumluca, provincia di Antalya, è emerso un relitto che sembra una scena da film d’avventura – un mercantile del tardo periodo ellenistico o della prima età romana, intrappolato a 33-46 metri di profondità. A bordo, centinaia di piatti, ciotole e vassoi, ancora impilati come un takeaway dell’antichità, pronti a rivelare i segreti del commercio mediterraneo. Non è solo roba vecchia: è un tesoro sigillato dalla sabbia, che ci fa riflettere su quanto il passato possa essere più organizzato di certi governi moderni.
Questi reperti sono pazzeschi per la loro conservazione impeccabile, grazie a un’antica tecnica di imballaggio con argilla grezza che ha preservato colori, motivi e superfici intatti dopo duemila anni. Parliamo di ceramiche “sigillate orientali” con una ventina di motivi diversi – un “ammasso di migliaia di piatti”, come lo ha definito il professor Hakan Öniz dell’Università Akdeniz, probabilmente destinati a vari porti sulle rotte commerciali del Mediterraneo. È una lezione su come le civiltà antiche fossero maestre nell’artigianato, molto più di quanto ammetteremmo oggi in mezzo a tutta la nostra tecnologia scadente.
Il ritrovamento, elogiato dal ministro turco della Cultura e del Turismo Mehmet Nuri Ersoy come “una delle scoperte più importanti dell’archeologia subacquea mondiale”, è parte del progetto “Heritage of the Future”. Questo ambizioso piano del Ministero sta mappando oltre 400 relitti lungo la costa turca, da Patara a Mersin, con la collaborazione di musei e università. L’idea? Non solo documentare e recuperare, ma trasformare questi siti in attrazioni turistiche subacquee sostenibili – immaginate di fare immersioni tra i resti, come un parco a tema per nerd della storia.
Parte del relitto di Adrasan resterà sul fondo per esperienze guidate, mentre nuovi musei stanno spuntando ad Antalya e Kemer Idyros per esporre questi capolavori sommersi. È un modo furbo e coinvolgente per celebrare il patrimonio del Mediterraneo, dimostrando che il mare nasconde ricchezze che nemmeno i burocrati più avidi potrebbero ignorare.