Avventura estrema finita in tragedia: Felix Baumgartner, il “Superman” dei cieli, si schianta durante un volo di parapendio! 💥 L’austriaco, 56 anni e una vita di record pazzi, è precipitato ieri a Porto Sant’Elpidio dopo un probabile malore. Da 39km di stratosfera alla morte banale… Chi l’avrebbe detto? #FelixBaumgartner #SaltiPazzeschi #TragediaNeiCieli
Felix Baumgartner, l’audace base jumper che ha sfidato ogni limite, è morto in un incidente assurdo giovedì scorso, schiantandosi sul bordo di una piscina in una località delle Marche. Questo tizio, che pensava di essere invincibile, stava volando con un parapendio a motore quando tutto è andato a rotoli – forse per un attacco o chissà cosa – mettendo fine a una carriera che ha fatto impallidire i comuni mortali.
Famoso in tutto il globo dal 2012, quando è diventato il primo pazzo a tuffarsi da quasi 39.000 metri di altezza nella stratosfera, raggiungendo una velocità da missile di 1.357 km/h senza aiuti meccanici. Ha battuto tre record mondiali in un colpo solo, fluttuando per oltre 25 secondi come un’astronave impazzita – e scommetto che in quel momento si sentiva più dio che uomo!
La sua vita era un continuo show estremo: nel 2003, ha attraversato il Canale della Manica con una wingsuit da urlo, senza motore, diventando il primo a farlo – un’impresa che ha dimostrato che, se hai le palle, le regole sono solo suggerimenti. E già nel 1999, era saltato dalle Petronas Tower di Kuala Lumpur e dalla statua del Cristo Redentore a Rio, come se i grattacieli fossero trampolini per bambini.
Il salto in caduta libera dalla stratosfera era roba da film di Hollywood: il 14 ottobre 2012, Baumgartner si è lanciato da oltre 39 km con la capsula Red Bull Stratos, sfrecciando a 1.357 km/h e infrangendo la barriera del suono in soli 34 secondi – boom sonico incluso, udito da milioni di spettatori online e sul posto. Con il cuore a 185 bpm, ha volato per 4 minuti e 22 secondi prima di aprire il paracadute a 2.750 metri. Che follia, eh? Scommetto che Red Bull non si aspettava di dover celebrare un eroe così… deperibile.
Registrato da 15 telecamere sulla sua tuta, quel salto ha stabilito tre record mondiali: l’altezza massima di un pallone aerostatico con equipaggio, il lancio più alto da uno di quelli, e la velocità massima in caduta libera. Dietro c’erano 300 tizi di Red Bull a sudare per prepararlo, con test preliminari da brividi – come nel 2012, quando da 29.400 metri ha toccato gli 862 km/h, sfiorando il suono per provare che non era solo un colpo di fortuna.
Le imprese estreme precedenti non erano da meno: dopo lo stratosfera, Baumgartner si è ritirato, ma prima aveva già collezionato 14 record in totale. Nel 1999, primo a paracadutarsi dalle Petronas Tower e dal Cristo Redentore – roba che fa sembrare i selfie in cima all’Everest una passeggiata. Nel 2003, ha volato sul Canale della Manica con una wingsuit speciale, resistendo a -40° e coprendo 35 km in 14 minuti; e nel 2007, ha saltato dal Taipei 101, l’edificio più alto del mondo all’epoca, guadagnandosi un divieto a vita in Taiwan. Tipico di un ribelle: sfida tutto e poi sparisci! Che lezione per chi pensa che la vita sia solo un gioco sicuro.