Le spiagge dell’Emilia-Romagna vengono travolte da una nuova ondata di cavallette, attribuita al caos del clima impazzito

Attenzione, Emilia-Romagna sotto assedio! Orde di cavallette stanno divorando la riviera, terrorizzando turisti e agricoltori con i loro sciami fastidiosi. Non è l’apocalisse biblica che ci mancava, ma è un bel casino climatico, con caldo torrido e venti dispettosi che li spingono ovunque. Chiamatela “invasione” “invasione”, ma è solo la solita cavalletta dei prati, Calliptamus italicus, che fa il suo show estivo.

Gli sciami di cavallette, che hanno già invaso l’Emilia-Romagna come un’onda verde indesiderata, sono assolutamente innocui per i bagnanti – non vi mangeranno vivi, per fortuna – ma stanno causando un macello alle coltivazioni, agli alberi da frutto e alle piante ornamentali. È tutta colpa dei cambiamenti climatici, con estati roventi e siccità che sembrano un promemoria di quanto il pianeta stia perdendo la testa. Non è come quelle locuste africane devastatrici, tipo la Locusta migratoria migratorioides o la Nomadacris septemfasciata, che riducono tutto in deserto, ma qui i nostri agricoltori sono già abbastanza incavolati.

La cavalletta Calliptamus italicus, una vecchia conoscenza della famiglia Acrididae, non è una specie aliena da film di fantascienza, ma un’intrusa comune nel Mediterraneo che ama habitat aridi e campi coltivati. Questa bestiola polifaga si abbuffa di leguminose come l’erba medica e ha un ciclo vitale di un anno: le femmine depongono in buche nel terreno a fine agosto, che si schiudono tra maggio e giugno, trasformando in adulti affamati proprio quando fa caldo. Conoscere queste abitudini è la chiave per non farsi sopraffare, anche se il Servizio Fitosanitario dell’Emilia-Romagna lo ripete da anni.

Per prevenire queste “invasioni”, il Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna insiste: intervenite con a base di piretro tra metà maggio e fine giugno, proprio quando le uova si schiudono e compaiono le neanidi. Colpite le “grillaie” nel terreno prima che questi insetti diventino adulti e inizino a migrare in branchi, altrimenti è tempo perso – e guai, perché gli adulti sono più tosti e distruttivi.

Alla fine, la differenza tra cavalletta e locusta è tutta una questione di umore: per specie come Locusta migratoria, è solo un cambio di comportamento grazie al clima. Queste creature passano da vita solitaria a orde gregarie, trasformandosi in sciami migratori che cambiano forma, colore e appetito, divorando tutto ciò che trovano. Con il nostro clima sempre più imprevedibile, potremmo doverci abituare a questi ospiti sgraditi, ma almeno non siamo in Africa, dove le cose vanno molto peggio. 😏

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