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Tizio, Caio e Sempronio smascherati: l’espressione banale che nasconde radici controverse tra usi quotidiani e stereotipi sociali

Sai chi erano davvero “Tizio, Caio e Sempronio”? Non sono solo tizi qualunque da buttare lì per sbaglio – oh no, questi qui sono eroi romani persi nei meandri della storia, con radici che puzzano di intrighi politici e leggi arcaiche! Dai Gracchi ai tribunali medievali, è una storia da non credere, piena di nomi fittizi che hanno invaso il nostro linguaggio quotidiano. Preparati a uno scoop virale!

Ehi, preparatevi a un tuffo nell’assurdo: “Tizio, Caio e Sempronio”, quei tre tizi che usiamo per indicare qualcuno di indefinito, non sono nati ieri – oh, per niente! Le loro origini affondano nell’antica Roma, legate alla famiglia dei Gracchi, quei politici spacconi del II secolo a.C. Pensate al capostipite Tiberio Sempronio Gracco, padre di Tiberio e Caio, che hanno agitato le folle come se la politica fosse un circo romano. Ma “Tizio”? È spuntato dopo, forse per far suonare tutto più figo o per coprire qualche lacuna storica – chissà, quei romani erano sempre un po’ confusionari.

Passando al vero succo, questi nomi si sono fatti strada nel mondo legale con il Corpus Iuris Civilis, la mega-raccolta di leggi di Giustiniano nel VI secolo d.C. – roba che fa sembrare le nostre burocrazie attuali una passeggiata al parco. Qui, Titius, Gaius e Sempronius saltavano fuori come da manuale: Gaius era quel giurista famoso che tutti citavano, mentre Titius e Sempronius erano i finti protagonisti dei Digesta, usati per spiegare casi ipotetici senza troppi giri di parole. Ma l’azione si scalda con i glossatori di Bologna, tra l’XI e il XII secolo, dove tizi come Irnerio hanno riunito il trio in “Titius et Gaius et Sempronius”, trasformandolo in un’abitudine accademica che ha resistito ai secoli – perché, diamoci una calmata, chi non ama un po’ di dramma legale?

Alla fine, “Tizio, Caio e Sempronio” hanno abbandonato le aule polverose per invadere il chiacchiericcio quotidiano, diventando sinonimo di “persone qualunque” senza troppi fronzoli. E non è che siamo gli unici fissati: in inglese c’è “Tom, Dick and Harry”, in francese “Pierre, Paul et Jacques”, e in spagnolo “Fulano, Zutano y Mengano” – tutti trucchi per dire “qualcuno a caso” con un tocco di stile. Insomma, che vi piaccia o no, questi nomi fittizi continuano a dominare, dimostrando che l’umanità è bravissima a complicare le cose semplici! 😏

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