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I conti bancari svuotati dalla truffa del POS pirata: le tattiche per difendersi dai furti invisibili

Occhio ai ladri digitali! Una donna peruviana di 36 anni trasforma Sorrento in un set da film spionistico, usando un POS pirata per sgraffignare soldi dalle tasche dei turisti ignari. Chiamatelo ‘borsseggio 2.0’: basta avvicinare il dispositivo e via, addio portafogli, benvenuti prelievi fantasma! Gli inquirenti indagano, ma questa truffa NFC fa tremare tutti. #TruffaPOS #SorrentoScandalo #Pickpocketing2Point0 #NFCHack

Un nuovo incubo per i portafogli sta terrorizzando le strade: un POS pirata, identico a quelli innocui dei negozi, è stato usato da una donna di 36 anni di origini peruviane che si fingeva una turista a Sorrento, trasformando una passeggiata in un furto high-tech. Questo aggeggio diabolico, collegato a uno smartphone, attiva pagamenti contactless senza bisogno di PIN o autorizzazioni, rubando soldi solo avvicinandolo alle vittime. Insomma, chi l’avrebbe detto che i criminali fossero diventati più tech di noi poveri mortali? I detective stanno smontando il dispositivo per scoprire i trucchi, ma intanto, preparatevi a controllare le tasche dopo ogni incontro casuale.

Passando alle ipotesi, i carabinieri non ci vanno leggeri: parlano di “pickpocketing 2.0”, sfruttando le carte NFC che permettono pagamenti rapidi per spiccioli. I truffatori potrebbero star solo fingendo di fare una transazione lecita, ma il vero dubbio è se questo POS è un lavoretto da hacker professionista o solo una app losca su uno smartphone qualunque. Il marchingegno è stato pescato nella borsa della sospettata dopo un colpo in un locale di Sorrento, e indovinate? Potrebbe essere la stessa furba dietro a un furto da 9.000 euro a Roma, dove un turista si è ritrovato al verde senza capire come. Non si sa ancora se impostano manualmente gli importi o se è tutto automatico – una lotteria per i malcapitati!

A livello globale, roba del genere è rara come un unicorno: l’unico caso famoso è in Canada, dove una gang usava POS truccati per rimborsi fasulli, ma lì le vittime erano i negozianti. Se questa storia italiana viene confermata, è l’evoluzione criminale che nessuno voleva – da furbi ladruncoli a geni del digitale. Come difendersi? Beh, smettete di affidarvi a quelle carte fisiche da dinosauro e passate ai pagamenti con smartphone. L’esperto Jacopo Jannone avverte che è più sicuro, spiegando: “I dati che il telefono trasmette al Pos non sono quelli della carta “fisica”. Quindi anche se il POS fosse hackerato, i dati sottratti non potrebbero essere utilizzati. Inoltre, quando si paga con il telefono non viene richiesto il PIN della carta, che quindi non è possibile intercettare.” Sistemi come Google Wallet o Apple Wallet sono blindati, quindi, gente, aggiornate o pagate il prezzo!

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