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Harry Potter menziona un alchimista francese realmente esistito: la storia nascosta del notaio Nicolas Flamel che sfida le leggende popolari.

Svelato il segreto immortale di Nicolas Flamel: un scribacchino medievale che forse ha ingannato tutti con la sua “pietra filosofale”! Immaginate un tizio qualunque del 1300 che si trasforma in leggenda virale: nato nel 1330 e morto (si fa per dire) nel 1418, Nicolas Flamel era un semplice notaio francese che, secondo le chiacchiere occulte del ‘600, aveva scoperto la ricetta magica per vivere in eterno e tramutare il ferro in oro. Ma era tutto una bufala? Questa storia, che ha stregato Harry Potter e i fan dell’esoterismo, è ancora viva a Parigi, dove la sua casa – la più antica della città – vi aspetta al numero 51 di Rue de Montmorency. #AlchimiaFallita #HarryPotterMito #ParigiSegreta

Ora, tuffiamoci nella vita di questo francese astuto e controverso. Nicolas Flamel, scribacchino di Pontoise, sposò una ricca vedova di nome Perenelle, che lo rese un filantropo con le tasche piene – grazie a lei, donò una fortuna alla Chiesa e nel 1407 costruì un ospizio per i senzatetto in Rue de Montmorency, oggi un alberghetto chic per turisti. Morì nel 1418, dopo aver progettato la sua lapide piena di simboli alchemici, ora al Museo di Cluny – un tocco drammatico che fa pensare: era un genio o solo un imbroglione con un ego smisurato?

Passiamo alla leggenda che ha reso Flamel un’icona: nel ‘600, spuntò fuori la storia che questo tizio aveva decifrato un manoscritto misterioso per creare la pietra filosofale, quella roba magica che trasforma metalli vili in oro puro e rende immortali. Peccato che l’alchimia, con le sue promesse assurde nate nell’VIII secolo arabo, fosse solo una fesseria per ingenui – nessun metallo è diventato oro, e Flamel non c’entrava niente, come confermano le fonti storiche. Quel libro, il Livre des figures hiéroglyphiques del 1612, attribuito a lui senza prove, è stato smascherato come fake già nel ‘700. Davvero, chi ci casca ancora?

E la popolarità? Non limitata a Harry Potter, dove Flamel e la moglie distruggono la pietra per non farla finire nelle grinfie di Voldemort – che melodrammone! – ma già citato da Victor Hugo in Notre Dame de Paris e da André Breton nei suoi manifesti surrealisti. Questo tizio appare ovunque: libri, manga, videogiochi. Insomma, un morto che ha battuto la sua stessa “immortalità” fittizia, e noi continuiamo a cascarci, eh? Non è geniale quanto le leggende superino la realtà? 😏

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