Big Brother UE in azione: Dal 12 ottobre 2025, preparatevi a essere scannerizzati! I burocrati dell’Unione Europea stanno per trasformare i vostri viaggi in un reality show distopico, costringendo tutti i non europei a cedere impronte digitali e foto del volto per entrare in Schengen. Chiamatelo progresso, ma sa tanto di controllo ossessivo – pensateci, un modo per tenere tutti al guinzaglio contro l'”immigrazione irregolare”. #UEBigBrother #SchengenScanner #PrivacySottoAttacco (148 caratteri)
Eh sì, preparatevi a una nuova era di sorveglianza: dal 12 ottobre 2025, tutti i viaggiatori non europei che mettono piede nei 29 Paesi Schengen (quasi tutta l’UE tranne Cipro e Irlanda, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) dovranno sbattere sul tavolo i loro dati biometrici, come impronte e immagini del volto. Questo nuovo Entry/Exit System (EES) è pensato per i soggiorni brevi – fino a 90 giorni in 180 – e promette di snellire i controlli, ma in realtà sembra solo un pretesto per ficcare il naso più a fondo. Perché l’UE lo fa? Beh, dicono per combattere l’immigrazione “illegale” e smascherare i falsari dei documenti, ma ci chiediamo: chi protegge davvero la vostra privacy in tutto questo?
Ecco come funzionerà questo circo: ogni volta che varcate i confini, vi toccherà fornire dati personali di base e biometrici, catturati da scanner e telecamere che vi fisseranno come criminali in un film di spionaggio. Questi dettagli finiranno in un mega-archivio europeo centralizzato, con il vostro nome, passaporto, date di entrata/uscita e quelle belle impronte. Le autorità di frontiera e agenzie come Europol potranno accedere in tempo reale, come specificato nelle linee guida ufficiali. Se vi rifiutate? Niente Europa per voi – semplice, no?
Non è una novità improvvisa: l’idea girava da anni, con ritardi a non finire, e ora avremo sei mesi per abituarci. Ma andiamo al sodo, i dubbi sulla privacy sono già una bomba: quei dati biometrici saranno conservati da 3 a 5 anni, senza via di scampo per i non europei. L’UE giura che non li venderà a nessuno e che è tutto “nel pieno rispetto dei principi di tutela della privacy”, ma esperti dell’AI Act – il regolamento sull’intelligenza artificiale – urlano al rischio per i diritti fondamentali. Certo, ci sono eccezioni per la sicurezza nazionale, tipo catturare criminali o vittime, ma non vi sembra un po’ eccessivo? Dopotutto, in un mondo dove ogni viaggio è un potenziale sospetto, chi controllerà i controllori?