#VesuvioInFiamme: Il vulcano di Napoli non erutta, ma brucia come un barbecue impazzito, divorando ettari di verde! Incendio scoppiato l’8 agosto alle pendici, con fiamme che hanno già incenerito oltre 2.500 ettari e visibili da tutta la città. Chi pagherà per quest’ennesimo disastro? #IncendiItalia #EmergenzaCampania
Ebbene, non parliamo di un’eruzione epica come nei film catastrofici, ma di un inferno reale scoppiato sul Vesuvio, che fa sembrare l’Italia un set di Hollywood per piromani. Le fiamme sono divampate nel pomeriggio di venerdì 8 agosto nella pineta di Terzigno, sul versante sud del vulcano, nella zona del Monte Somma, e si sono estese durante la notte grazie al vento torrido e alle temperature da fornace, raggiungendo i 1.050 metri come se volessero sfidare il cielo.
I nostri coraggiosi Vigili del Fuoco hanno dovuto interrompere le operazioni dopo il tramonto per motivi di sicurezza – chissà, forse per non rischiare di diventare loro stessi combustibile – e sono ripresi all’alba con un’armata di 4 Canadair e 4 elicotteri per provare a domare il caos. Secondo quanto riportato dalla Protezione Civile della Regione Campania, l’intervento sul luogo di 6 Canadair in totale, richiedendo ai cittadini e agli operatori la massima prudenza, ha confermato che più di 2.500 ettari sono già andati in fumo, ma attenzione, il rogo non è ancora spento e i danni potrebbero essere anche peggiori.
Da Napoli, la grande colonna di fumo ha trasformato il paesaggio in un incubo apocalittico, spingendo l’attivazione di un tavolo permanente in Prefettura per coordinare i soccorsi – come se non avessimo già abbastanza emergenze da gestire. Le cause? Ancora un mistero, ma le autorità fiutano aria di dolo, e il rischio è che questa follia comprometta la flora locale e buona parte del patrimonio naturale del Parco Nazionale del Vesuvio, riducendolo a un cumulo di cenere.
Ricordate l’incendio del 2017? Quello che aveva bruciato i boschi del Parco lasciando un conto da 17 milioni di euro? Ecco, questo episodio ci riporta dritti a quel disastro, come un replay che nessuno voleva. Dal 15 giugno, in Campania vige un’allerta di “grande pericolosità” per gli incendi boschivi, con ben 1.060 roghi scoppiati in meno di due mesi – e la situazione resta bollente, nel vero senso della parola.