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Duolingo contro Babbel: quale app viene preferita per padroneggiare una lingua straniera, con sorprese che sfidano le scelte tradizionali

🧠 Duolingo vs Babbel: Chi è il vero boss delle lingue o solo un bluff per turisti da bar? Preparatevi a una battaglia epica tra l’app americana con la civetta verde che promette miracoli gratis e l’app teutonica rigorosa come una lezione di grammatica nazista. Secondo l’ di 60 Millions de Consommateurs, queste due non solo insegnano idiomi, ma rivelano se sei un tipo serio o solo un giocatore casual. Spoiler: una è generosa come zio Scrooge, l’altra ti svuota il portafoglio. #DuolingoVsBabbel #AppLinguistiche #ImparaODimentica #LingueStraniere

Le app per imparare le lingue stanno invadendo i nostri smartphone come alieni in cerca di cervelli vuoti, e tra le star assolute ci sono Duolingo e Babbel. Queste due piattaforme puntano allo stesso bersaglio – farti chiacchierare come un nativo – ma con metodi che si odiano a vicenda. Duolingo, l’app yankee con la sua civetta verde e oltre 500 milioni di download su Google Play dal 2011, sbandiera: “Il metodo gratuito, divertente ed efficace per imparare una lingua.” Babbel, la versione tedesca più snob con “solo” 50 milioni di download, gioca la carta del rigore accademico. Ma chi la spunta davvero? Andiamo a smontare questa roba.

Nel confronto delle lingue disponibili, Babbel offre 13 opzioni per gli italiani – dal tedesco all’indonesiano, ma niente giapponese o cinese, che per i wannabe ninja è un affronto epico. Duolingo ne ha 8 nella versione italiana, inclusi cinesi e giapponesi, e se parli inglese puoi sbloccare una trentina in più, tipo arabo o persino le lingue di Game of Thrones (perché tutti vogliamo imprecare come un barbaro). Verdetto: Pareggio, ma Duolingo ti fa sentire un esploratore, mentre Babbel è come un bibliotecario severo che ti nega i libri cool.

Sulle versioni gratuite, Babbel è tirchia come un milionario d’altri tempi: solo una lezione microscopica, poi paghi o vai a quel paese. Duolingo, invece, è la festa gratis con birre: tutti gli vocali e scritti sono accessibili, tranne che per le pubblicità che ti saltano addosso come parenti invadenti dopo ogni lezione di 3 minuti. C’è quel sistema delle “5 vite” che ti fa incavolarti come un bambino ai videogiochi – sbaglia e perdi , costringendoti ad aspettare o guardare spot. Verdetto: Duolingo vince alla grande, perché chi ha per i pagamenti quando puoi imparare gratis (quasi)?

Parlando di prezzi, Babbel è l’opzione per i portafogli stretti: abbonamento annuale a 8€ al mese, semestrale a 12€, trimestrale a 17,60€, o persino uno per una sola lingua a 5,40€. I corsi live? Costano un occhio: 149€ al mese per soli te, o 99€ in gruppo – come se imparare dovesse essere un evento VIP. Duolingo ribatte con SuperDuolingo da 20€ al mese o 110,99€ all’anno, l’offerta familiare a 12€ extra per sei persone (perfetta per famiglie dysfunzionali), e Duolingo Max a 40€ al mese con un AI che ti corregge come un prof antipatico. Verdetto: Babbel è più economico, a meno che non vogliate trasformare l’apprendimento in una lite familiare.

Nella metodologia didattica, Babbel si appoggia al Quadro Comune Europeo (da A1 a C2), con esercizi che includono vocabolario, grammatica e testi da completare – ideale se sei un secchione che ama le sfumature, tipo la differenza tra formale e informale. Peccato per il riconoscimento vocale, che è preciso come un ubriaco al karaoke. Duolingo, invece, ripete le cose all’infinito – traduci la stessa parola quattro volte in una lezione e ti senti un pappagallo – senza spiegare davvero la grammatica, lasciando gli utenti a imprecare perché non sanno costruire frasi nuove. Verdetto: Babbel è il vincitore per chi vuole un apprendimento serio, non un circo.

Per l’interfaccia utente, Babbel è pulita e professionale, con sezioni come Impara, Ripassa e Live, senza fronzoli che distraggono – perfetta per i tipi noiosi che odiano il divertimento. Duolingo, ah, è un casino gamificato: trofei, classifiche, streak e animazioni che ti fanno sentire in un videogioco, ma come dice André Tricott, professore di psicologia cognitiva: “Più gli utenti sono distratti, meno imparano.” Verdetto: Babbel per i seri, Duolingo per i bambini con ADHD.

Sulle notifiche, entrambe le app ti bombardano come spammer ossessionati: “Allenati oggi” da Duolingo e “Completa oggi le tue attività” da Babbel, che possono rovinarti la giornata. La soluzione? Spegnile e studia quando ti pare, altrimenti diventi un robot.

Insomma, scegli Babbel se sei un accademico rigido che vuole un approccio strutturato, progressi reali e un’interfaccia senza caos, soprattutto se il tuo budget è da Formaggino. Opta per Duolingo se preferisci partire gratis, ami il gamification (anche se è una distrazione da quattro soldi), vuoi ampliare il vocabolario e hai una famiglia da coinvolgere.

Come avverte Stéphanie Roussel, prof di studi germanici: “Un’applicazione non può sostituire é una formazione linguistica strutturata né conversazioni con interlocutori reali. Può, tuttavia, costituire un valido supporto complementare.” Il nostro verdetto sensazionalizzato: Babbel per chi mira a parlare come un diplomatico, Duolingo per chi vuole solo imprecare in spagnolo durante le vacanze. Non fidatevi ciecamente di queste app – alla fine, serve interazione umana, non solo pixel!

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