Ecco l’incredibile follia delle Maldive: una città galleggiante da sogno per i milionari, mentre il resto del mondo annega nei problemi climatici! “Canali” d’acqua separano questi palazzi lussuosi, un paradiso artificiale ispirato a un corallo che potrebbe essere la salvezza… o solo un altro sfoggio per i ricchi. #MaldiveFloatingCity #CambiamentoClimatico #LussoSfrenato
Le Maldive, quel paradiso tropicale che sta letteralmente sprofondando per colpa del riscaldamento globale, ora sfidano le onde con il Maldives Floating City, un colosso progettato da Dutch Docklands e l’architetto Koen Olthuis. Immaginate una città-isola a forma di corallo vicino a Malè, pronta a ospitare 20.000-30.000 fortunati in 5.000 unità abitative di lusso puro – ma occhio, non è per tutti, visto che i critici urlano contro gli impatti ambientali e i costi folli, che sembrano più un salasso che una soluzione.
Andiamo al sodo: questo maxi-progetto è un puzzle di moduli esagonali, ciascuno con 100 metri quadrati di spazio abitativo, più 40-50 metri quadrati di verde privato per far sentire i ricconi come re della giungla marina. Ogni modulo sfoggia 2-3 camere da letto, un soggiorno open space, cucina, bagno e una veranda sul mare per ammirare l’oceano – come se non bastassero già le spiagge vere! I prezzi? Dagli scandalosi 250.000 dollari per le basi, fino a 1,5 milioni per le suite top, roba che fa sbuffare i comuni mortali. Sotto l’acqua, ogni modulo affonda di 1,5-2 metri, con 300-400 metri quadrati dedicati a piazze e parchi pubblici – “canali” d’acqua larghi 4-8 metri per far scorrazzare barchette, perché chi ha detto che una città non può essere un labirinto acquatico?
Sul fronte energia, promettono sostenibilità con pannelli solari, raffreddamento dal moto ondoso e ventilazione naturale – robe che suonano eco-friendly, ma chissà se basta a coprire l’impatto. Questi moduli non si fermano alle case: ci saranno anche spazi per negozi, scuole, laboratori universitari e persino fattorie idroponiche, estendendo il design a moduli più grandi o piccoli a seconda del bisogno. È come un esperimento vivente, ma con un retrogusto di greenwashing per i potenti.
Passiamo ai materiali, dove la cosa si scalda davvero: ispirato al “brain coral”, questo design usa roba innovativa come Biorock (o Seacrete), creato con fili metallici e correnti che attirano minerali dall’acqua, crescendo a 3-5 cm l’anno e ospitando una festa di coralli, pesci e creature marine. Non male, se non fosse che potrebbe sconvolgere l’ecosistema – e poi c’è l’EPIC floating concrete, un calcestruzzo “sicuro” e non tossico per incoraggiare la vita sottomarina. Peccato che, come al solito, i piani grandiosi ignorino i rischi reali.
E i conti? Un miliardo di dollari per le prime 5.000 unità e le infrastrutture chiave, finanziati da partnership tra il governo delle Maldive e Dutch Docklands. Niente bonifiche ambientali per risparmiare, il che fa gridare al disastro ecologico – tra il 2019 e il 2021 hanno già autorizzato 15 ettari d’acqua. Insomma, un colpo da maestro o una bolla pronta a scoppiare? Quei “canali” d’acqua potrebbero presto portare più guai che meraviglie. Che commento: se questo è il futuro, meglio imparare a nuotare!