Un meteorite più vecchio della Terra si schianta in Georgia e rovista nei salotti! Immaginatevi: una roccia spaziale di 4,56 miliardi di anni – sì, più antica del nostro pianeta di 20 miserabili milioni – piomba giù dalla fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, sfonda il tetto di una casa e finisce sul pavimento. Come se l’universo non avesse di meglio da fare che fare irruzione in un soggiorno della Georgia! #MeteoriteGeorgia #RocciaRibelle #ScienzaSpaziale
Ehi, la scorsa estate, il 26 giugno per essere precisi, il Sud-Est degli Stati Uniti è stato scosso da un bagliore spettacolare seguito da un boato che ha fatto tremare le finestre come in un film di disastri. Non era il solito temporale o un terremoto da quattro soldi: era il meteorite di McDonough, un pezzo di roccia galattica che l’Università della Georgia (UGA) ha confermato essere un vero e proprio fossile cosmico. Questo bestione viaggiava a 46.000 km/h, diventando una palla di fuoco vista da oltre 240 testimoni in vari stati, prima di disintegrarsi e piombare dritto in una casa, lasciando ammaccature e polvere aliena ovunque – e il proprietario che ancora la trova in giro!
Passando alla scienza, Scott Harris, un geologo della UGA che sembra uscito da un episodio di X-Files, ha rivelato che questa roccia proviene dalla fascia principale degli asteroidi, il risultato di un’antica esplosione cosmica di 470 milioni di anni fa. I pezzi vaganti hanno incrociato l’orbita della Terra, e bam! Uno finisce proprio in Georgia. È una condrite, quel tipo di roccia spaziale povera di metalli ma ricca di storia, e Harris l’ha studiata con microscopi da fare invidia a un laboratorio segreto, analizzando 23 grammi di frammenti.
Ora, parliamo di rarità: in Georgia, solo 27 meteoriti sono stati documentati, e appena sei osservati in caduta – roba che una volta accadeva ogni decenni, ma adesso con telecamere e segnalazioni dei cittadini, sembra che l’universo sia diventato un po’ più chiacchierone. Parte di questo meteorite resterà all’UGA per studi futuri, e altri pezzi finiranno esposti al Tellus Science Museum di Cartersville. Chissà, magari è un segno che dovremmo pulire i nostri salotti più spesso!