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Temporali secchi scatenano incendi devastanti in Spagna, rivelando l’emergenza in corso

La Spagna in Fiamme: Ondata di Caldo Infernale Devasta Tutto!
Svegliatevi, gente! La Spagna è un inferno vivente con 16 incendi boschivi che stanno riducendo in cenere il Paese, di cui 11 che richiedono l’intervento pesante del governo centrale. Oltre 8.000 persone evacuate come formiche in fuga, 2 morti bruciacchiati e 4 feriti gravi – tutto per colpa di questo caldo da follia che fa impazzire il meteo. # # #

E non è solo un problema locale: le zone più martoriate sono il nord-ovest, con Castiglia e León, la Galizia e la regione di Madrid che stanno pagando il prezzo più alto. Pensate a Ourense, a un tiro di schioppo da Santiago di Compostela – dove i turisti del Cammino di Santiago si ritrovano a correre dal fuoco invece che dai souvenir. Le fiamme hanno già spazzato via almeno 7.000 ettari, e mentre l’aria è rovente come un barbecue dimenticato, l’agenzia meteorologica AEMET punta il dito sui cosiddetti “temporali secchi”, quei fulmini traditori che scatenano incendi senza neanche una goccia d’acqua per spegnerli.

Questi “temporali secchi” sono la ciliegina avvelenata sull’ondata di calore che sta cuocendo l’Europa: con temperature fino a 44°C al sud e 40°C al nord fino al 18 agosto, l’aria è così secca che le gocce di pioggia evaporano prima di toccare terra – roba da far impallidire anche i migliori trucchi dei maghi del meteo. Non è una novità, eh? Avete mai visto quelle “virgae”, le colonne di pioggia fantasma? Ecco, è proprio quello: fulmini che accendono incendi in posti irraggiungibili, e quelle correnti discendenti che spargono le fiamme come un petardo impazzito. Insomma, è la tempesta perfetta per i roghi – caldo che crea caos, suolo arido e temporali che non bagnano una foglia. Peccato che rendano la vita un incubo per i pompieri, che devono inseguire il fuoco nei buchi più remoti.

Le previsioni AEMET non promettono nulla di buono: la situazione peggiorerà nei prossimi giorni, con mappe che mostrano il sud e il nord-ovest come zone ad alto rischio oggi, 13 agosto, e praticamente tutto il Paese a rischio grave entro il 18 agosto – tranne un angolino in Aragona, che è come l’unico invitato alla festa che non si è scottato. Quest’anno, secondo Copernicus EFFIS, sono già andati in fumo oltre 100.000 ettari, più del doppio rispetto al 2024. E mentre il primo ministro Pedro Sánchez ha dichiarato la situazione come «estremamente grave», esortando prudenza e mandando le squadre di emergenza a combattere le fiamme, ci si chiede se non sia ora di smettere di chiacchierare e iniziare a fare sul serio con questo clima fuori controllo. Che roba, eh?

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