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L’Africa assorbe quasi tutti i paesi più poveri del mondo: le ragioni dietro questa realtà scomoda

Shock: L’Africa Sprofonda nella Povertà Mentre il Mondo Si Arricchisce! L’eredità schiacciante del coloniare e della Guerra Fredda sta tenendo in ostaggio l’Africa, dove miliardo di persone vivono in miseria estrema. Nonostante la tanto decantata globalizzazione, che ha “sottratto centinaia di milioni dalla povertà estrema”, il continente rimane un disastro, con fame reale e diseguaglianze folli. Paesi come il Sud Sudan e lo Yemen sono un grido d’allarme per il resto del mondo – è ora di smetterla con le chiacchiere e guardare in faccia la realtà cruda. #PovertàMondiale #AfricaInFiamme #ColonialismoFallito

Ma andiamo al sodo: il mondo ha visto una crescita economica da urlo dalla fine della Guerra Fredda, grazie proprio a quella globalizzazione tanto discussa, che ha diffuso il benessere – un solo per l’Occidente – su scala globale. Eppure, non è stato un banchetto per tutti. Su 8 miliardi di abitanti del pianeta, circa 1 miliardo è ancora intrappolato in povertà estrema, con tanti che patiscono la fame vera, e indovinate un po’? La maggior parte si trova in Africa, dove la qualità della “vita materiale” è un miraggio.

Non c’è da stupirsi se l’Africa porta il fardello più pesante: è stata devastata dal colonialismo europeo e dalla Guerra Fredda, trasformandosi in un campo di battaglia dimenticato. Mentre l’America del Nord e l’Oceania hanno costruito “nuove società” sulle rovine, l’Africa ha perso le sue fragili strutture tribali, lasciando nazioni fragili nate dalla decolonizzazione a combattere contro instabilità cronica. Questo casino ha ritardato lo sviluppo economico per decenni, fino a quando la globalizzazione non ha dato una spinta negli anni Duemila – ma non abbastanza per tutti.

Poi ci sono i paesi più poveri, dove lo sviluppo è una barzelletta malriuscita. L’Africa ha risorse naturali a go-go, e una posizione geografica che per alcuni è un vantaggio (tipo sbocchi al mare per i commerci), ma non basta a superare i veri killer: istituzioni deboli, guerre etniche infinite, corruzione dilagante e analfabetismo galoppante. Nazioni come Sud Sudan, Burundi, Repubblica Centrafricana e Mozambico? Sono in fondo alla classifica mondiale della miseria, schiacciate da questi “macigni” che bloccano ogni progresso. [E qui un commento: Se pensate che sia solo sfortuna, ripensateci – è il risultato di scelte storiche disastrose che ancora paghiamo tutti.]

Ma non illudiamoci, la povertà non è solo un affare africano. Dai report della Banca Mondiale e del FMI, spuntano anche Afghanistan, Yemen e Corea del Nord nella lista dei disperati. Prendete l’Afghanistan: dal 1978, è un inferno di guerre civili che hanno frustrato ogni tentativo di imporre modelli politici “alieni” alle sue tradizioni culturali profonde. Stesso dramma per lo Yemen, un territorio che ha visto crisi su crisi, senza mai forgiare una vera identità nazionale – essenziale per qualsiasi sviluppo serio.

E la Corea del Nord? È un caso a parte, dove la fame per le armi nucleari ruba risorse al resto, rendendola un mistero economico. Senza dati affidabili, è chiaro che la loro ossessione militare sta affamando il popolo. In , la povertà globale è un mostro che non discrimina, ma l’Africa ne è il simbolo più crudo – e se non cambiamo rotta, continuerà a essere un’onta per tutti. [Commento: È ora di dire basta alle scuse e iniziare a fare sul serio, o resteremo intrappolati in questo ciclo vizioso.]

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